Dopo essere stato tante cose, Silvio B. è diventato un gioco di società. Viene distribuito in scatola o anche sul digitale terrestre. Si chiama “Primarie!” e il sottotitolo dice: “Mi candido, ma anche non mi candido: e allora?”.

La casella di partenza è Vicolo Stretto, quella di arrivo Prigione. In mezzo ci sono Malindi e Manicomio. Il giocatore tira i dadi. Se il numero è pari, Silvio B. si candida, si riaprono i letti e la cagnara, la Santanchè vince un weekend in tacchi a spillo a Gaza, Sallusti va tre giorni in galera, scrive un best-seller, sposa Renato Farina. Alfano cancella le primarie e apre una pizzeria ad Agrigento. Se il numero è dispari, Silvio B. non si candida, Carlo Rossella salpa per Malindi, Sgarbi per il Manicomio. Alfano fa le primarie con le Colorado Girls, le perde, poi apre una pizzeria ad Agrigento. Quando esce la carta “Boccassini!” suona la campanella, inizia il fuggi-fuggi, i giocatori si tirano i dadi a vicenda. Silvio B. si candida e contemporaneamente non si candida.

Tutti cercano di menare Alfano che si rifugia nella sua pizzeria di Agrigento. Spinelli batte il pugno sul tavolo, grida: “Adesso basta, parlo io!”. Silenzio generale: siamo alla casella Prigione.

Il Fatto Quotidiano, 26 Novembre 2012

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