La partecipazione televisiva di Rosy Bindi, ospite dello Speciale Tg3 condotto da Bianca Berlinguer, è stata la summa di un'arroganza comunicativa che la classe dirigente del Pd ha sempre avuto, soprattutto in tv, e che spiega in parte la buona affermazione di Matteo Renzi
Nervosa, un po’ rosicona, astiosa e pronta alla vendetta nei confronti del nemico Renzi, Rosy Bindi, domenica 25 novembre, in attesa dei risultati definitivi delle primarie del centrosinistra, ha dato pessima prova di sé. Ospite dello Speciale Tg3 condotto da Bianca Berlinguer, il presidente del Partito democratico ha dimostrato una volta di più che le primarie probabilmente alla fine le vincerà Bersani, ma i bersaniani le hanno comunque perse clamorosamente, soprattutto dal punto di vista mediatico. La partecipazione televisiva di Rosy Bindi è stata la summa di un’arroganza comunicativa che la classe dirigente del Pd ha sempre avuto, soprattutto in tv, e che spiega in parte la buona affermazione di Matteo Renzi.
In una campagna elettorale segnata dalle continue gaffe della portavoce di Bersani Alessandra Moretti, Rosy Bindi ha voluto dare la zampata dell’esperienza, con una prova televisiva degna del peggiore Berlusconi dei tempi che furono. Messa alle strette da Paolo Mieli sugli evidenti errori dell’oligarchia democratica nello gestire il fenomeno Renzi, la Bindi ha reagito con arroganza, riuscendo nell’impresa di dimostrare di non saper nemmeno vincere. Nel momento più alto del nervosismo bindiano, la vicepresidente della Camera ha addirittura mandato a quel paese Bianca Berlinguer (nervosetta anche lei), colpevole di averle tolto la parola per dare spazio al discorso in diretta di Nichi Vendola.
Da qualche tempo le partecipazioni televisive di Rosy Bindi sono un pericoloso boomerang comunicativo per Pier Luigi Bersani. Pessime prove comunicative direttamente proporzionali alla paura di essere rottamata? Pare di sì, visto che proprio lei, persino più di D’Alema, ha ingaggiato un duello poco elegante con il sindaco di Firenze. L’imbarazzo evidente di parte dell’establishment democratico è la prova che la rottamazione, almeno quella televisiva, è già cominciata. E più che merito di Renzi, è colpa di chi, come la Bindi, pare non essere in grado di gestire al meglio i rinnovati ritmi del talk show politico televisivo.
Sono lontani i tempi in cui Rosy usciva trionfatrice dai battibecchi in diretta con il Cavaliere. Domenica sera, lo spirito di Berlusconi era rappresentato da lei. Segno di un cambiamento già in atto. Segno che in tv potremo finalmente vedere qualche faccia nuova. E un po’ più fair play nei confronti con gli avversari, si spera.