Hanno preferito il nome ‘Valsamoggia’, i cittadini dei cinque centri del bolognese (Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno) chiamati ad esprimersi ieri con un referendum sulla loro fusione e la nuova denominazione. Ma per il resto la consultazione che li doveva unire in un comune unico si è rivelato più che mai una guerra tra due schieramenti ben definiti.
A favore del comune unico, foriero di incentivi fiscali e svincolato per i prossimi due anni dal patto di stabilità, si è espresso il 51,47% degli elettori (5.731 persone), contrari il 48,53% (5.404). I sì hanno vinto a Monteveglio (59,03% a 40,97%), a Crespellano (57% a 43%) e a Castello di Serravalle (51,74% a 48,26%). Netto, invece, il no alla fusione da Bazzano (58,52% a 41,48%) e Savigno (56,75% a 43,25%).
Una vittoria che nei fatti è quasi dimezzata, oltre ad avere già di partenza valore consultivo e che vedrà, infine, l’Assemblea Regionale dare l’ultima parola con la regolamentazione definitiva del comune unico.
Soddisfazione piena è stata espressa dalla vicepresidente della Regione Simonetta Saliera, mentre Andrea Defranceschi, consigliere 5 Stelle, ha duramente criticato la maggioranza di centrosinistra in regione: “Peccato, avrebbe potuto e dovuto essere un importante momento di condivisione delle scelte, e invece il referendum sulla Valsamoggia è stato un flop clamoroso e il motivo è chiaro: non si può mascherare da percorso partecipato quello che è solo un consulto pro-forma, fra l’altro impoverito di valore decisionale. Si è trattato della classica partecipazione di cartapesta in salsa Pd, che ama ammantare di una coltre popolare le decisioni che poi vengono in realtà prese in un ufficetto da poche persone”.
“Tant’è”, ha spiegato il 5 stelle, “che nonostante la concomitanza con le Primarie di coalizione, sovrapposizione voluta ostinatamente dallo stesso Pd, ha votato solo il 49,5% del corpo elettorale, e a favore della fusione appena il 51%. Significa che 5.731 persone avrebbero indicato la via per oltre 30.000.
“Certamente” – conclude Defranceschi – “rendere solo consultivo il referendum l’ha indebolito. Inoltre la consultazione è stata confusa, il progetto fumoso e mal spiegato ai cittadini. Ma c’è anche da chiedersi se, a dispetto delle nostre idee, la fusione sia davvero voluta dagli abitanti della Val Samoggia. Dopo questo voto, non ne sarei troppo sicuro. Ora cosa facciamo con i due Comuni che hanno detto No?”.