Il segretario del Carroccio modenese, Stefano Bellei, rivendica l'indicazione di voto ai suoi per domenica scorsa e per il secondo turno della consultazione nel centrosinistra: "Felici del nostro contributo, la classe politica in Emilia va rottamata"
Leghisti per Matteo Renzi. Se in Emilia Pier Luigi Bersani non ha sfondato il muro del 50% alle primarie del centro sinistra, si devono ringraziare anche alcuni rappresentanti della Lega Nord di Modena. Da tempo in prima linea nella campagna del sindaco di Firenze, ora ci tengono a rivendicare il loro ruolo. “Siamo felici di questo modesto contributo”, ha dichiarato Stefano Bellei, segretario cittadino della Lega Nord modenese, commentando il felice risultato di Renzi in terra emiliana. A Modena e provincia il rottamatore sfiora infatti il 42%, grazie anche al contributo di Bellei e dei suoi dal fazzoletto verde.
La Lega Nord emiliana dopo le rotture dei mesi scorsi, le dimissioni di molti dei rappresentanti reggiani e la fine della carriera politica del deputato Alessandro Alessandri vive allo sbando e cerca nuovi punti di riferimento. Finita l’era di Umberto Bossi, si cerca un nuovo volto capace di dire le cose come stano, con schiettezza e forza di volontà e senza stare tanto a girarci intorno. “Alcuni iscritti e simpatizzanti del Carroccio, di cui conosciamo l’identità, hanno partecipato alle primarie del centrosinistra votando Matteo Renzi”, continua Bellei, “e siamo contenti di aver fatto la nostra parte”.
È la Lega Nord emiliana dalla pelle verde e il cuore rosso, fatta di amministratori locali che spesso hanno ribadito la loro provenienza da file di sinistra e che vogliono un ricambio forte a livello dirigenziale. Ed è l’aspetto che attira di più nel programma politico di Matteo Renzi, conosciuto come il giovane rottamattore: “Modena ha un bisogno urgente e disperato di un rinnovamento della propria classe dirigente. Questo rinnovamento si può ottenere in due modi. O cambiando il colore politico di chi governa la città, ipotesi attualmente abbastanza remota visti i travagli della destra italiana. Oppure favorendo un ricambio generazionale e culturale nel partito dominante, vale a dire il Pd”. Stefano Bellei era divenuto famoso qualche mese fa per il tentativo di attraversare a nuoto il fiume Secchia in segno di protesta contro l’accorpamento delle province di Modena e Reggio Emilia. Un gesto simbolico, emulando la ben più nota traversata di Grillo e che già gli aveva garantito ampia visibilità. Ora Bellei torna all’attacco con il suo caldo appoggio a Matteo Renzi.
Ma non è una dichiarazione isolata. Iniziative simili erano state organizzate nei mesi scorsi da Gabriele Nizzi. Consigliere comunale e leghista orfano di Umberto Bossi, è tra gli organizzatori dei comitati per Matteo Renzi a Pavullo, in provincia di Modena. “Sei un grande, forse dovremmo chiedere incentivi statali per “rottamare” la vecchia e logora classe politica” ha scritto Nizzi sulla sua bacheca di Facebook, in commento all’intervento di Matteo Renzi. Frasi di incoraggiamento per la campagna elettorale del fiorentino che campeggiano proprio a fianco dello stemma di “Unione Padana”. “Non c’è nessuna contraddizione, – aveva dichiarato qualche tempo fa Nizzi intervistato da Italia Oggi, – Massimo D’Alema non disse giustamente che la Lega era una costola dalla sinistra e rappresentava un pezzo del movimento operaio? La Lega è finita e noi andiamo avanti».
In Emilia Romagna, la luce per Lega Nord si è spenta già da alcuni mesi e i militanti rimasti sul territorio cercano di trovare nuovi candidati e proposte politiche. Qualcuno l’aveva chiamata “conquista dell’Emilia”, con i successi delle elezioni politiche del 2008, le europee del 2009 e le regionali del 2010. Poi il calo del 50% dei consensi e la fine di un’occupazione che faceva scuola. L’ultima ecatombe è avvenuta in casa reggiana: a dimettersi il deputato Alessandri insieme a tanti altri, come il capogruppo in consiglio comunale a Reggio Emilia Giacomo Giovannini, il primo sindaco leghista della provincia reggiana Giorgio Bedeschi, i consiglieri provinciali Francesca Carlotti e Stefano Tombari. Circoli abbandonati ed un progetto che non funziona più, dicono in coro i protagonisti. E se i vecchi punti di riferimento scompaiono si va alla caccia di nuove adesioni e capi da appoggiare. Delusi dalla Lega Nord cercano nuove forze politiche capaci di promettere la rivoluzione: Matteo Renzi, il leader a cui alcuni di loro hanno deciso di dare una chance.