Un tempo volevano fare gli astronauti, i calciatori o i divi del cinema. Quelli più pragmatici magari si accontentavano di un bell’impiego in banca. Ora al posto di passeggiate sulla luna, finali dei Mondiali e scene alla Titanic pare preferiscano una cucina dai fornelli lucenti e inondata da mille inebrianti profumi. Sarebbe infatti quella del cuoco una delle professioni più ambite dai giovani italiani, almeno stando a una ricerca condotta dal portale “Il gusto fa scuola”. Infatti, dei mille ragazzi tra i 10 e i 17 anni intervistati, 2 su 10 sognano di diventare uno chef famoso. E per questo fanno già le prove a casa: circa la metà dice di dilettarsi in cucina (chissà se vale anche la classica pasta al tonno dell’universitario), mentre oltre l’88% dichiara di voler imparare. E intanto si mettono avanti guardando gli innumerevoli programmi dedicati a pietanze di ogni tipo (circa il 70%), con 3 su 10 che ne sono appassionati al punto da non perdersene mai una puntata. E per finire quasi l’80% afferma di aver parlato con i genitori di temi legati al cibo e all’importanza di un’alimentazione equilibrata.

Cuochi o star? Dobbiamo quindi prepararci a una generazione di novelli chef? Partiamo con la consueta esaltazione della riscoperta dei mestieri tradizionali e di quanto questa crisi si stia trasformando anche in un’opportunità per tutti, per ritrovare piaceri antichi? Beh, se è così ne siamo davvero contenti. Però facendo zapping in tv qualche dubbio viene. Appare strano, infatti, che questo improvviso amore per pentole e padelle sia sorto nei ragazzi proprio in concomitanza con il proliferare di programmi televisivi dedicati all’argomento popolati da cuochi belli come attori e vip vari che s’improvvisano improbabili gourmet. Non è insomma del tutto chiaro se questi ragazzi vogliano diventare dei semplici e preziosissimi cuochi, magari in qualcuna delle splendide trattorie di paese che popolano la Penisola, o Gordon Ramsay. E non è proprio la stessa cosa.

Numeri in crescita. Di certo quelli che porteranno davvero fino in fondo questa scelta troveranno un mercato pronto ad accoglierli, in Europa e anche negli Stati Uniti. Secondo l’US Bureau of Labor Statistics sarà infatti proprio il cuoco la figura professionale più richiesta da qui al 2018, e nello stesso periodo crescerà anche il livello culturale medio di chi si dedica a questo lavoro, che sempre più dovrà essere capace di gestire correttamente un team di lavoro e dedicarsi a un continuo studio e aggiornamento: i dati dell’organismo statunitense testimoniano come nel 2018 il 23% dei maestri del grembiule avrà almeno un diploma e il 15% un master o una laurea.

C’è tempo. Per una volta pare quindi che domanda e offerta si incontrino in questa disgraziata epoca di crisi. E noi che amiamo visceralmente l’enogastronomia e il piacere della buona tavola non possiamo che esserne felici. Un po’ però ci mancano quei ragazzini che volevano fare gli astronauti, che se non vuoi volare a 10 anni poi finisce che non lo fai più. Chissà, magari si può fare lo chef pure su Marte. Verrà buona anche lì la pasta al tonno, no?

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