Non si placa la spirale di violenza in Siria. Dopo che lunedì una bomba su un campo da calcio aveva provocato la morte di almeno dieci persone tra cui molti bambini, il conto delle vittime continua a salire. Almeno 54 persone sono morte e 120 sono rimaste ferite nel duplice attentato dinamitardo avvenuto in mattinata sulla piazza principale del sobborgo di Jaramana, alla periferia sud-orientale di Damasco: lo hanno riferito fonti dell’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, un’organizzazione dell’opposizione in esilio con sede nel Regno Unito, secondo cui sono saltate in aria in rapida successione due auto-bomba.
Quasi simultaneamente sono scoppiati anche due ordigni in altre zone della città, ma in quei casi senza causare ulteriori vittime. L’emittente televisiva filo-governativa Addounia ha mandato in onda immagini delle carcasse semi-carbonizzate di due veicoli, confermando che vi sono state vittime ma senza precisarne il numero. L’agenzia di stampa ufficiale Sana ha parlato di “attacchi perpetrati da bande di terroristi armati”, alludendo ai ribelli. Ingenti anche i danni materiali, specie alle vetture in sosta.
Secondo abitanti del quartiere, le esplosioni si sono verificate intorno alle 06.30 locali (le 05.30 italiane) in un’area abitata soprattutto da drusi e cristiani, che hanno organizzato milizie per difendere la zona.
La tv di stato siriana riferisce di un’altra esplosione provocata da un’autobomba nella provincia di Daraa, nella Siria meridionale, che avrebbe provocato diverse vittime. L’esplosione è avvenuta nella zona di Busra. Sempre secondo i media ufficiali un altro attacco con autobomba è stato sventato nel sobborgo di Qudsaia, a maggioranza alawita.