Si gioca anche sull’applicazione delle regole la battaglia tra Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani in vista del secondo turno delle primarie Pd di domenica. A Bologna, gli uffici del Partito Democratico sono presi d’assalto da elettori ritardatari, che chiedono l’iscrizione per i ballottaggi pur non avendo partecipato al primo turno. Ma il coordinamento elettorale è severissimo: occorre allegare alla domanda una giustificazione valida per 20 giorni, ossia per tutto il periodo in cui si poteva fare la registrazione online. Altrimenti niente voto. E così in molti escono delusi e arrabbiati: “Spero che accettino e che mi facciano andare al seggio domenica, è un mio diritto”.
Solo giovedì, al coordinamento elettorale di Bologna, sono arrivate circa 1500 richieste via mail e via fax. Mentre hanno bussato alla porta oltre 70 persone, con il mano il modulo per la registrazione. Ognuno di loro ha dovuto spiegare per quale motivo non si è iscritto nei 21 giorni a disposizione per il primo turno (c’era tempo fino al 25 novembre). Meglio se allegando una pezza d’appoggio, come un certificato medico o un biglietto del treno. Una regola prevista nella delibera dei garanti per le primarie. E che il numero uno del coordinamento provinciale di Bologna, Raffaele Persiano, ha deciso di tradurre alla lettera, accettando solo le giustificazioni valide per tutti i 21 giorni.
Ma l’interpretazione rigida non è andata giù a molti potenziali elettori, che nelle stanze del Pd non hanno esitato a protestare, alzando la voce. “Io pensavo di riuscire a tornare in tempo dal lavoro domenica scorsa e riuscire a iscrivermi al seggio – ha raccontato Flavio –.E invece non ce l’ho fatta. Ora spero accettino ugualmente la mia richiesta. Votare è un mio diritto”. Stessa storia di Emilia, pensionata di origine toscana, che non ha nascosto la sua simpatia per Renzi. “Non uso internet e mi sarei iscritta domenica, direttamente al seggio. Ma ho avuto un impegno improvviso. Non mi sembra molto democratico questo atteggiamento”. Massimo, di ritorno dalla Germania, ha allegato uno scontrino tedesco come prova. “Sono stato via molto. Non pensavo ci sarebbero stati i ballottaggi. Così non mi ero iscritto”. Il suo modulo come quello di tutti gli altri sarà preso in esame, da giovedì notte in poi, dai tre garanti dell’ufficio elettorale provinciale. E basterà un solo no per far saltare tutto. “Per avere il via libera la domanda deve essere approvata all’unanimità” spiega Luca Basile, del coordinamento di Bologna.
In attesa di domenica, il clima è molto teso. I sostenitori di Renzi parlano di “situazione scandalosa”. “Non è accettabile – commenta Luca del comitato bolognese pro Renzi – che ci sia una commissione che decida se una persona può votare o no. Noi non stiamo dicendo alle persone di andare ai seggi e votare Renzi, ma di andare e votare perché è un diritto di tutti”. È polemico anche Benedetto Zacchiroli, numero uno dei renziani bolognesi. “Non contestiamo le regole, ma l’interpretazione fantasiosa che ne è stata data domenica dopo il voto. L’obiettivo è mettere in svantaggio tutte quelle persone che avrebbero voluto registrarsi domenica, il giorno del voto, e che non hanno fatto in tempo. Ma in questo modo non facciamo una bella figura davanti agli elettori, che siano di Bersani o che siano di Renzi”.