Si allunga il numero dei suicidi dietro le sbarre delle carceri italiane. L’ultimo caso a Piacenza, nella casa circondariale di Novate, dove un ragazzo italiano di 22 anni si è tolto la vita nella sua cella. Solo il giorno prima, a Bologna, un detenuto tunisino, ricoverato nel reparto detentivo dell’ospedale Sant’Orsola di perché affetto da tubercolosi, aveva tentato di impiccarsi alla finestra con le lenzuola della camera, ma era stato fermato in tempo dagli agenti della Polizia penitenziaria.
“Ormai siamo di fronte a un bollettino di guerra” commenta Giovanni Battista Durante. Il segretario del Sappe, il sindacato autonomo della Polizia penitenziaria, snocciola poi i numeri di un’emergenza nazionale che ormai dura da anni. E che nessun governo sembra in grado di risolvere. Sono dati che parlano da soli: oltre 3500 gesti di autolesionismo in soli sei mesi, 25 suicidi e 51 decessi per cause naturali.
Ancor più drammatici i numeri degli ultimi vent’anni: 112mila gesti di autolesionismo, 16mila e 388 i tentativi di suicidio, mille e 97 i suicidi e mille e 924 le morti per cause naturali. “Sono numeri che rendono prepotente l’esigenza di varare misure di emergenza – ha proseguito Durante – condividiamo la proposta che sta esaminando il governo di far uscire dalle carceri i tossicodipendenti con condanne minori a tre anni per fargli scontare la condanna con pene alternative”.
Sempre il sindacato, ieri aveva dato anche i numeri sul lavoro degli agenti, nonostante la cronica mancanza di personale: “Sono circa mille i detenuti che vengono salvati dalla polizia Penitenziaria, nonostante le difficoltà operative”.
In Italia mancano circa 7mila unità, mentre in Emilia Romagna sono 650. ‘”Dalle assegnazioni che il Dipartimento farà nei prossimi giorni in Regione – ha fatto sapere Durante – arriveranno solo 37 agenti, dei quali 25 a Modena, 3 a Ravenna, 6 a Reggio Emilia e 3 a Rimini”. Per questo motivo il segretario, a fronte dell’ennesimo gesto estremo all’interno di un carcere, ha sottolineato “l’assurdità che nessun agente venga mandato a Bologna, a Parma e Piacenza e nelle altre strutture, considerata la grave carenza”.
di Gian Marco Aimi e Giulia Zaccariello