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Costi politica, governo mette la fiducia. Ma pasticcia con il testo: rischio rinvio

In Senato arriva un testo diverso da quello il decreto legge a poche ore dal voto. Nella notte le commissioni danno l'ok all'introduzione dell'Imu per le fondazioni bancarie. Intanto alcuni parlamentari campani di Pd e Pdl fanno approvare una norma che dà più soldi a Comuni e Regioni in rosso

Il governo ha chiesto la fiducia in Aula al Senato sul maxi emendamento interamente sostitutivo del decreto sui costi della politica e gli enti locali. Palazzo Madama voterà la fiducia già stasera, alle 18. Alle 16 inizierà la discussione generale e alle 16,45 si svolgeranno le dichiarazioni di voto. Tuttavia sulla questione potrebbe esserci un pasticcio che potrebbe portare al rinvio a martedì prossimo: il maxi emendamento sostitutivo è infatti diverso rispetto al testo uscito dalla commissione Bilancio.

Un “giallo” iniziato con l’intervento del presidente della commissione Bilancio del Senato, una di quelle competenti in materia. La commissione Bilancio, infatti, quando il governo pone la fiducia, deve esprimersi sul fatto che questo testo abbia o meno la copertura finanziaria. Alla ripresa della seduta Antonio Azzollini (Pdl) ha detto che “innovando una prassi consolidata al Senato, il Governo dichiara di aver espunto due emendamenti” dal testo approvato dalle commissioni di merito. “Nella relazione tecnica – ha proseguito – non c’è coincidenza con le norme del maxi-emendamento. Nella relazione tecnica ci sono norme che nel testo non ci sono. Dobbiamo capire se è relazione tecnica di questo testo o no”. Insomma nella relazione “ci sono norme che nel testo non ci sono”. La seduta è stata così sospesa e questo comporterà un ritardo nei tempi già stabiliti per il voto di fiducia. Rischio che potrebbe significare anche un rinvio a martedi’ prossimo.

Stamani è iniziata nell’aula del Senato l’esame del decreto legge sui costi della politica, che in nottata è stato approvato dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Palazzo Madama. Queste ultime hanno introdotto diverse modifiche al testo inviato dalla Camera. La principale, quella sulle fondazioni bancarie che dovranno pagare l’Imu. L’emendamento, proposto dai senatori Elio Lannutti e Alfonso Mascitelli (Italia dei Valori) e approvato dalle commissioni del Senato nel decreto legge sui costi della politica, stabilisce che l’esenzione per le organizzazioni no profit “non si applica alle Fondazioni bancarie”, questione aperta ormai dalla primavera scorsa e tornata più volte al centro del dibattito parlamentare.

“Si mette così fine – commentano in una nota Mascitelli e Lannutti – ad una grave ingiustizia ed iniquità da parte di Fondazioni bancarie, azioniste delle banche, che si devono ‘svenare’ per pagare i dividendi, per tenere in piedi un apparato di potere e combriccole amicali inclini a coltivare i propri interessi e quelli di casta, anziché gli interessi generali”.

“La maggior parte dei soldi, che arrivano dai dividendi delle banche alle fondazioni bancarie – proseguono i senatori di Idv – lacrime e sangue dei correntisti bancari spremuti e vessati, servono a finanziare gli apparati di un carrozzone che deve essere ridimensionato. Per questi motivi, esprimiamo viva soddisfazione per l’approvazione del nostro emendamento e ci auguriamo che questa chiara volontà trasversale del Senato non venga cancellata dal governo dei banchieri”.

Lo scorso giugno il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti aveva affermato che “non è vero che le fondazioni di origine bancaria non paghino l’Imu”. “Le fondazioni possiedono pochissimi immobili destinati alle attività sociali, Ragione per cui il totale dell’esenzione per tutte le fondazioni di origine bancaria nel 2012 è pari a soli 600mila euro” rispetto “all’Imu pagata che è di 3 milioni di euro” aveva detto in occasione del convegno Acri.

Più soldi a Comuni e Regioni in rosso
Ma c’è altro. Ci sono due emendamenti presentati da parlamentari Pd e Pdl della Campania che aumentano i soldi da trasferire ai Comuni in rosso ed un anticipo di 50 milioni alle Regioni con squilibri finanziari. La Camera aveva introdotto nel decreto l’istituzione di un Fondo a sostegno dei Comuni in rosso che si sottopongono, dopo i controlli della Corte dei Conti, ad un piano di rientro. Ogni comune avrebbe ricevuto 200 euro per abitante. L’emendamento del Pd eleva a 300 euro per abitante la somma che i comuni potranno ottenere.

L’emendamento dei senatori campani del Pdl introduce una novità per le Regioni: quelle che abbiamo adottato un piano di stabilizzazione finanziaria, possono chiedere al Ministero dell’Economia entro il prossimo 15 dicembre “una anticipazione di cassa da destinare esclusivamente al pagamento di spese di parte corrente” relative a stipendi e al pagamento dei fornitori. L’anticipazione “nei limiti di 50 milioni di euro per il 2012” dovrà essere restituita “in un periodo massimo di cinque anni”.

Salta il decreto sulla riscossione dei Comuni
Salta invece dal decreto la riforma della riscossione dei tributi dei Comuni. L’emendamento dei relatori, che introduceva l’obbligo per i comuni di aderire al Consorzio Anci in collaborazione con Equitalia, è stato respinto dalle commissioni. Resta da vedere se il maxi-emendamento su cui il governo porrà la fiducia in aula recupererà la norma sulla riscossione.

Via dal maxi emendamento le nuove norme sul sisma in Emilia
Dal maxi-emendamento del governo sono state espunte due nuove norme a beneficio delle zone colpite dal sisma dell’Emilia, introdotte dalla commissioni Bilancio e affari costituzionali del Senato. In particolare è saltato il finanziamento per le aziende che hanno avuto danni indiretti, e che hanno visto calare di almeno il 30% il loro fatturato o la produzione lorda vendibile.

 

 Il maxi-emendamento al decreto suicosti della politica non coincide con il testo approvato dalle due commissioni di merito, la Bilancio e la Affari costituzionali. Lo ha annunciato in aula il presidente della commissione Bilancio, antonio Azzollini (Pdl), che ha polemizzato, seppur garbatamente, con il governo. ROMA, 29 NOV – La commissione Bilancio, quando ilgoverno pone la fiducia, deve esprimersi sul fatto che questo testo abbia o meno la copertura finanziaria.Alla ripresa dell’aula il presidente della commissione Bilancio, Azzollini, ha detto che “innovando una prassi consolidata al Senato, il Governo dichiara di aver espunto due emendamenti” dal testo approvato dalle commissioni di merito. “Nella relazione tecnica – ha proseguito – non c’è coincidenza con le norme del maxi-emendamento. Nella relazione tecnica ci sono norme che nel testo non ci sono. Dobbiamo capire se è relazione tecnica di questo testo o no”.Azzollini ha quindi chiesto altro tempo, fino alle 16,45 per potersi esprimere sulla copertura finanziaria: “Quando ci arriva la relazione tecnica giusta, noi con solerzia daremo il parere. Ma dobbiamo vedere la materia prima”. Azzollini ha insistito, infine, sul fatto che “dopo lungo tempo l’emendamento su cui il governo pone la fiducia non è quello approvato dalle commissioni di merito, e senza che le stesse commissioni o la commissione Bilancio ne avessero conoscenza”. “Sappiamo che il testo su cui il governo pone la fiducia è nella disponibilità del governo, ma anche il governo precedente aveva rispettato di questa prerogativa del Parlamento”.