Un'inchiesta esclusiva del settimanale rivela che l'appalto principale e più pagato per la fiera in programma a Milano è andato a imprenditori già in affari con la criminalità organizzata siciliana
L’appalto principale e più pagato per l’Expo 2015 a Milano è andato a imprenditori già in affari con la mafia. Un appalto da 272 milioni assegnato la scorsa estate con un ribasso record di 106 milioni. Lo rivela un’inchiesta de l’Espresso, in edicola venerdì, a firma di Fabrizio Gatti. L’impresa in contatto con i boss di Cosa Nostra è la Ventura spa, società appartenente alla Compagnia delle opere, il braccio economico di Comunione e liberazione.
La ditta, con sede in provincia di Messina, è specializzata nella progettazione e costruzione di strade, parchi e strutture di ingegneria civile. Il nome della Ventura spa appare in un’indagine conclusa la scorsa estate dalla Procura sulla mafia di Barcellona Pozzo di Gotto, una delle cosche più sanguinarie della Sicilia, lo stesso clan che ha ordinato l’omicidio del giornalista Beppe Alfano. Secondo i verbali di un collaboratore e di un imprenditore, i proprietari della Ventura spa erano in contatto con il presunto boss dei lavori pubblici, Sam Di Salvo, 47 anni, nel tentativo di pilotare le gare d’appalto in provincia di Messina.
Nella stessa cordata vincitrice ci sono le le imprese di sostenitori e collaboratori di due ex ministri, Altero Matteoli e Giancarlo Galan: la Socostramo srl, del costruttore romano Erasmo Cinque, 72 anni, sponsor, consigliere e tra i fondatori del movimento politico dell’ex ministro delle Infrastrutture e la Mantovani spa di Mestre, il cui presidente Piergiorgio Baita, 64 anni, è socio e amministratore in altre aziende del gruppo con l’ex segretaria di Galan. L’inchiesta rivela anche i legami tra le imprese concorrenti all’Expo di Milano e il loro ruolo di alleate nella gestione del progetto Mose a Venezia.