Blitz della polizia, questa mattina a Torino e in Valle di Susa. Agenti della Digos stanno eseguendo 19 misure cautelari tra arresti, obbligo di firma o di dimora, e perquisizioni nei confronti di presunti No Tav nel Lazio, Lombardia, Trentino e Piemonte. Sono ritenuti responsabili dell’aggressione a una troupe del Corriere della Sera, e dell’irruzione in uno studio di ingegneri. 

Le misure riguardano due episodi: l’aggressione ai giornalisti del quotidiano di via Solferimo avvenuta a febbraio e l’irruzione, a fine agosto, negli uffici della Geostudio, casa madre della Geovalsusa società che stava partecipando ad una gara per la progettazione funzionale ad attività connesse al progetto Tav. In particolare si tratta si tratta di due arresti domiciliari per l’aggressione alla troupe di giornalisti eseguiti fuori dal Piemonte, e altre 17 misure (sette arresti domiciliari, quattro divieti di dimora a Torino e sei obblighi di firma) per l’episodio della Geostudio, in cui sono coinvolti per la maggioranza esponenti dei due centri sociali torinesi Askatasuna e Gabrio. La troupe era stata aggredita all’indomani delle riprese della provocazione di un manifestante a un carabiniere più volte appellato “pecorella”. Il video era stato ripreso da tutti gli organi di informazioni e rilanciato. Il militare dell’Arma non aveva reagito agli insulti ed era poi stato premiato. I reati contestati sono violenza, minacce, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, accensione ed esplosione pericolose per cui il gip di Torino Rosanna La Rosa ha disposto le misure.

Gli arresti domiciliari sono stati eseguiti a Trento e a Roma nei confronti di due militanti legati, secondo gli inquirenti, all’area anarchica e accusati dell’aggressione alla troupe sull’autostrada in Valle di Susa. Gli sette arresti domiciliari, i quattro obblighi di dimora e i sei obblighi di firma, sono stati eseguiti nel torinese nei confronti di esponenti No Tav riconducibili all‘area dell’autonomia, per l’irruzione nello studio ingegneristico torinese Geostudio, avvenuto nel luglio scorso. Uno degli arrestati è Massimo Passamani, l’anarchico di Rovereto arrestato a fine agosto per associazione sovversiva. Secondo le indagini Passamani, insieme a un altro anarchico romano, avrebbe aggredito i giornalisti. Per lo stesso episodio sono indagate anche altre sei persone: una a Roma, due a Trento, una a Como e due a Torino, dove sono state eseguite delle perquisizioni. Tra i provvedimenti c’è anche il divieto di dimora a Torino per Francesco Richetto, considerato uno dei leader del movimento stesso. 

 

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