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Incandidabilità dei condannati, decreto slitta al prossimo Consiglio dei ministri

La discussione sulle "liste pulite" rimandata a mercoledì prossimo, per valutare al meglio il dossier sull'Ilva di Taranto. Il decreto dovrebbe impedire la candidatura dei condannati definitivi per reati di mafia, terrorismo, corruzione e concussione, e per tutti i reati con una pena da quattro anni in su
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Slitta alla prossima riunione del Consiglio dei ministri il provvedimento sull’incandidabilità dei condannati. Lo riferiscono fonti governative. La discussione in aula del decreto era prevista per oggi, ma il Cdm ha preferito rimandarla al 5 dicembre per valutare al meglio il dossier sull’Ilva di Taranto.

Già tre settimane fa il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri aveva anticipato che il provvedimento sarebbe stato oggetto di discussione da parte del Consiglio dei ministri. Il decreto dovrebbe impedire la candidatura dei condannati definitivi per reati di mafia, terrorismo, corruzione e concussione, e per tutti i reati con una pena da quattro anni in su e che quindi prevedono la custodia cautelare. Resterebbero candidabili i condannati in primo e secondo grado , ma con il terzo grado di giudizio chi sarà giudicato colpevole dovrà lasciare la poltrona. Il decreto dovrebbe comprendere tutti gli incarichi elettivi, non solo Parlamento e Regioni, ma anche Parlamento europeo, consigli comunali, comunità montane, consorzi locali e Asl. 

Al testo hanno lavorato, oltre alla Cancellieri, il ministro della Giustizia, Paola Severino, e quello della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi. La titolare del Viminale aveva promesso che il decreto sarebbe passato prima delle elezioni: per le regionali sarà difficile, per le politiche forse sì.

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