Il futuro della musica elettronica passa di mano in mano continuamente come il testimone di una staffetta in cui auspichiamo non esista mai un traguardo, se non utopico, lontano anni luce nell’infinitum spaziotemporale, come una chimera, una lepre cyborg da inseguire sempre e non acciuffare mai. La partita senza fine con l’evoluzione dell’elettronica da dancefloor, o da ballare soltanto mentalmente con le chiappe sul divano, è ben lungi dall’essere over ed anzi si arricchisce ad ogni passo di nuovi e spesso molto giovani protagonisti che la mantengono aperta, in bilico, eccitante. Alla luce di ciò perché allora non interpretare Game, l’irresistibile ibridazione di stili che apre il nuovo Release EP di Pangaea, come un nuovo ironico inno dei nostri giorni, un manifesto della partita che non smetteremo mai di giocare? Missy Elliott, nel campionamento tratto da Work It, canta: Do Your Thang, Just Make Sure You Ahead of the Game.
Coiled, il primo EP di Kevin McAuley aka Pangaea risale al 2007 e mette già in mostra un produttore alquanto dotato che scalcia e sgomita per uscire dai confini angusti di un dubstep in via di istituzionalizzazione, sulla scia di una bass music che è tanto introspettiva e riflessiva quanto dinamica e pulsante. Anche con Bear Witness, su Hotflush stavolta, siamo nell’alveo di cui sopra ma lo stile non è mai canonico e scontato, anzi di una sottigliezza e raffinatezza sorprendenti. Su questa scia il successivo EP omonimo di sei pezzi è il lavoro che impone con pieno merito Pangaea all’attenzione generale ed anche riviste autorevoli come The Wire si accorgono di lui: col senno di poi è lampante come in queste tracce raffinatissime del 2010 vi siano contenute le prime concrete ed inconsapevoli speranze, già palesatesi l’anno precedente con la memorabile hit di Joy Orbison, Hyph Mngo, di superamento della fase di elefantiaca stasi, pacchiana massificazione e volgarizzazione mainstream del dubstep che si sarebbe verificata negli anni successivi. Pezzi come Why, Sunset Yellow, Dead Living, pur avendo sempre in mente il background UK sembrano inaugurare una stagione di transizione verso altre forme, a braccetto ed in concomitanza con la serie dei tre ottimi EP del collettivo LHF formato da Amen Ra, Double Helix, No Fixed Abode e Low Density Matter, culminati nell’uscita del monumentale Keepers of the Light: canto del cigno di una musica futuribile ma dalle radici antiche e di una stagione di contaminazioni che molto deve a gente come Dusk e Blackdown, i titolari della Keysound.
Un singolo bomba come Hex, l’anno scorso su Hemlock, è un nuovo convincente salto in avanti per Pangaea che entra a pieno titolo in quell’élite di produttori, capitanata dall’Africa HiTech (Mark Pritchard) di Out in the Streets, dall’Addison Groove di Footcrab e recentemente dal TNGHT (Hudson Mohawke) di Higher Ground, che iniziano ad iniettare le incalzanti e rapide reiterazioni della Chicago juke nel corpo della bass music inglese. Il resto è storia dei nostri giorni, con la recentissima uscita del nuovo magnifico EP Release, perfetta sintesi, crogiuolo di stili e colpo di classe che affida a Kevin McAuley, in questo preciso istante, hic et nunc, il testimone di cui favoleggiavamo sopra.
Per inciso: etichette come Hotflush, Hemlock, R&S, Keysound, Night Slugs, Swamp 81, senza dimenticare le storiche ma ancor validissime Warp e Planet Mu, hanno molto a che spartire, a cominciare dai produttori, molti dei quali hanno in molti casi pubblicato almeno un singolo per ciascuna di esse. Nel catalogo della Hessle Audio, ad esempio, troviamo lavori di Blawan, James Blake, Untold, tutti artisti che condividono tale caratteristica. Senza dimenticare chicche incredibili come Claptrap di Joe.
Per David Kennedy nelle vesti di Pearson Sound valgono certamente alcune delle osservazioni fatte per Pangaea anche se l’uomo, più noto con l’altro moniker Ramadanman, è dedito generalmente ad una maggiore ricerca sui ritmi, nel solco delineato da Mala e Coki, in una chiave un po’ meno intellettuale del socio. Come Pearson Sound l’ambito è sempre quello imperniato su una bass music abbastanza scarna e secca ma efficace, in avanscoperta, in funzione dell’apertura di nuove strade dopo la sbornia dubstep. La sua ultima uscita su Hessle Audio, quest’anno, il 12” Clutch. Ben UFO, al secolo Ben Thomson, è invece il dj di punta di casa Hessle Audio.
Pangaea, Pearson Sound, Ben UFO al Link di via Fantoni 21, Bologna, sabato 1 dicembre. Servizio navetta gratuito da e per il Link da piazza VIII Agosto.