Vertice fiume a Arcore tra il segretario e il leader: "Non c'è alcuna marcia indietro". Confermate le ipotesi di un nuovo movimento. Ma il coordinatore toscano avverte: "La vera notizia riguarda la crisi che apriremo se Monti non ci ascolterà sull'accorpamento di nazionali e regionali"
Le primarie si faranno, perché Berlusconi al momento non ha dato disponibilità a candidarsi. E’ il segretario del Popolo delle libertà Angelino Alfano, al termine di un lungo incontro (di quasi 5 ore) ad Arcore con Silvio Berlusconi al quale ha partecipato anche Gianni Letta, a dichiarare che “non è avvenuta alcuna marcia indietro”. ”C’è da lavorare per costruire il centro destra con un grande partito – aggiunge – Ho ribadito la mia ferma opinione relativa alla unità del Pdl trovando la grande disponibilità di Berlusconi” ha detto Alfano ai microfoni di Tgcom24 e ha assicurato: “Le primarie le abbiamo fissate per il 16 di dicembre e oggi non è avvenuta nessuna marcia in dietro”. Le parole del segretario arrivano dopo che due giorni fa aveva annunciato che la decisione sulle primarie sarebbe arrivata la prossima settimana e che aveva aperto a un ritorno di Berlusconi, che però sembra intenzionato a lanciare “Forza Italia 2.0” e a cancellare le consultazioni popolari. Eppure era stato proprio lui a indire le primarie escludendo la sua discesa in campo.
Ma secondo il coordinatore toscano del Pdl Denis Verdini la vera notizia uscita dal vertice è un’altra: “Angelino Alfano ha ragione quando sostiene che le primarie per ora restano in campo, in quanto ancora non sono state sconvocate, ma sarebbe un grave errore politico e giornalistico non capire il senso della vera notizia uscita dal vertice di Arcore. E cioè che il Pdl intende dare battaglia, anche duramente, chiedendo l’election day il 10 febbraio. Su questo siamo disposti anche ad aprire una crisi di governo”, scrive Verdini in una nota. “Su questo punto – sottolinea Verdini – Alfano è stato fin troppo chiaro e netto: siamo disposti anche ad aprire una crisi di governo perché il Pdl è il partito di maggioranza relativa, cioè la principale forza politica che sostiene l’esecutivo, e non si può far finta di niente o ignorare le nostre posizioni. Tutto il resto (primarie, legge elettorale, premiership) è conseguente alla battaglia che da oggi abbiamo deciso di intraprendere”.
“Ho trovato in Berlusconi grande disponibilità a mantenere unito il Pdl – ha spiegato invece Alfano senza parlare di crisi di governo – Abbiamo parlato delle varie ipotesi della costruzione di un nuovo movimento ma io ho fatto presente che la cosa più giusta da fare è stare uniti perché uniti è più facile vincere, anche cambiando il nome, se serve”. “L’unità è la via giusta- insiste Alfano – Questa è la mia posizione e ho anche trovato nel presidente Berlusconi una grande disponibilità a ragionare in termini di mantenimento di una unità del partito che lui ha contribuito a fondare”. Riferendosi poi alla possibilità che Berlusconi possa scendere con un suo nuovo movimento Alfano ha sottolineato che “oggi abbiamo anche parlato di queste ipotesi che sono venute fuori sulla stampa e che sono nate dalla frase del presidente sul suo desiderio di avere una forza nuova o delle forze nuove. Come ho già detto io ho fatto presente che a nostro avviso la strada più giusta è quella di stare uniti nel Popolo della Libertà, innovando e magari cambiando il nome, ma restando uniti perché così è più facile vincere”.
Il Pdl ha chiesto sì un election day, ma, secondo le parole di Alfano, meno duramente di quanto riportato da Verdini. “L’assurdo secondo noi è che alcune regioni importanti vanno al voto l’11 febbraio e poche settimane dopo si andrà al voto per le politiche. Tutto ciò facendo spendere 100 milioni di euro”. Per questo motivo il Pdl “chiederà al governo nuovamente un election day facendo risparmiare un centinaio di milioni di euro agli italiani e consentendo di votare assieme per le elezioni politiche e per quelle regionali”.
Soddisfatta ma non troppo una degli avversari di Alfano alle primarie, Giorgia Meloni. “Ho trascorso tutta la mattinata – racconta – con centinaia di persone provenienti da tutta Italia per riflettere su ciò che sta avvenendo nel centrodestra italiano. Prendo atto positivamente delle parole del segretario Angelino Alfano sulle primarie, ma nel caso in cui queste non dovessero celebrarsi il 16 dicembre, convocheremo a Roma per quel giorno una grande manifestazione, dal titolo “Le primarie delle idee” nella quale chiedere al centrodestra di rifondarsi. Ho chiesto a Guido Crosetto e Alessandro Cattaneo (altri due candidati alle primarie del Pdl, ndr) di aderire all’iniziativa e insieme costruiremo una comune piattaforma di valori e programmi da cui ripartire”.