La polizia era andata a prelevarlo in via Negri e l'aveva portato nel suo appartamento, da dove il direttore è uscito violando la legge. Il giudice ha fissato la prossima udienza il 6 dicembre. Per questo reato si rischia una pena che va da uno a tre anni di reclusione
E’ stato arrestato perché è evaso, violando immediatamente gli arresti domiciliari. Verrà processato per direttissima il 6 dicembre. Per il reato di evasione si rischia una pena che va da uno a tre anni di reclusione. Il direttore del Giornale Alessandro Sallusti ha dichiarato davanti al giudice che si è trattato di un “gesto simbolico” e che ora si impegnerà a “rispettare le prescrizioni del giudice di sorveglianza”. Il giornalista è stato arrestato e portato in tribunale dopo che ha lasciato la sua abitazione presso la quale avrebbe dovuto scontare la detenzione ai domiciliari. Nelle prescrizioni disposte dal giudice di sorveglianza Guido Brambilla gli era consentito uscire dalle 10 alle 12, quindi l’aver abbandonato il domicilio è stato considerato tecnicamente un’evasione.
IL PROCESSO PER DIRETTISSIMA – Nell’udienza di oggi è stata fissata la data del processo che si svolgerà il 6 dicembre. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto i domiciliari. “E’ stato un gesto simbolico” ha dichiarato Alessandro Sallusti davanti al giudice. Il giornalista si è impegnato a non ripeterlo e a rispettare scrupolosamente le prescrizioni disposte dal giudice della sorveglianza, Guido Brambilla. Il pm di turno è Piero Basilone. In aula anche l’ex ministro Ignazio La Russa che in passato è stato avvocato de Il Giornale, e ora difende il direttore Sallusti assieme all’avvocato Valentina Ramella. Per La Russa il reato di evasione per non c’è. L’ex ministro ha spiegato ai cronisti che “il reato non sussiste perché Sallusti ha detto agli agenti della polizia penitenziaria ‘esco con voi, vengo con voi’ e non si è mai allontanato da loro, dicendo di voler andare nel carcere di San Vittore. Tuttavia, è innegabile che gli indizi di questo reato ci fossero ed è stato quindi giusto svolgere l’udienza di convalida”. Dal provvedimento del giudice Brambilla emerge che durante la sua detenzione domiciliare Alessandro Sallusti potrà scrivere e telefonare. Il giornalista potrà uscire, inoltre, dalle 10 alle 12 di ogni giorno per “soddisfare le indispensabili esigenze di vita”. In più non potrà ricevere persone diverse dai propri familiari e, oltre alle prescrizioni di routine come il divieto di detenere in casa sostanze stupefacenti, armi o frequentare pregiudicati, avrà l’obbligo di garantire l’accesso delle forze dell’ordine per gli eventuali controlli. Infine, qualsiasi deroga, come andare in ufficio o in ospedale per visite, dovranno essere chieste al magistrato di sorveglianza.
L’ARRESTO PER EVASIONE – Dopo pochi minuti il direttore è uscito di casa, è quindi evaso e dunque è stato portato in Questura dalla Digos, da dove è stato poi condotto in Tribunale.
LA POLIZIA IN REDAZIONE – Alle telecamere di Tgcom24, poco prima che i poliziotti lo prelevassero dalla redazione di via Negri per portarlo a casa, aveva dichiarato: “Peccato che sia finita così, che siano entrati al giornale. Sono davvero incoscienti. Non si esegue l’arresto di un giornalista all’interno di un giornale”. Sallusti si era anche rammaricato della “categoria che non ha avuto un sussulto. E’ una ferita per tutti i noi, per Il Giornale, abituato a essere ferito, del resto il suo fondatore è stato gambizzato. Siamo forti ma mi dispiace per il nostro mestiere. Non doveva finire cosi”. E aveva già annunciato che avrebbe partecipato alla prossima riunione da “evaso”: “Sarò ai domiciliari, ma andrò a lavorare”. Ai colleghi giornalisti quindi dava appuntamento “a presto su questa scrivania”. “I miei lettori – aveva aggiunto – hanno capito cosa è successo e spero siano orgogliosi del giornale. Non ho comunque preparato il titolo per domani”.
Tutto ciò è accaduto dopo la “provocazione politica” del direttore del Giornale che aveva proposto uno “scambio” alla polizia che doveva eseguire l’ordine di carcerazione. Su Twitter aveva scritto: “Voi non violate la sede de Il Giornale, io mi consegno a San Vittore e poi fate quel che volete”. Nella redazione di via Negri era presente anche Daniela Santanchè, che è uscita un quarto d’ora dopo che i poliziotti hanno prelevato il giornalista, senza rilasciare dichiarazioni.
LA NOTTE IN REDAZIONE – Ha quindi cambiato idea per l’ennesima volta Sallusti che la scorsa notte aveva twittato: “Notte al giornale. Se vogliono mi arrestano qui. Grazie a tutti”. Condannato definitivamente a 14 mesi di carcere per diffamazione, il 30 novembre il giudice della sorveglianza di Milano ha disposto gli arresti domiciliari, ma il giornalista li ha rifiutati ribadendo la sua volontà a voler andare in carcere. Solo qualche giorno fa aveva dichiarato di voler scontare i domiciliari a case della sua compagna Daniela Santanchè, per poi cambiare nuovamente idea, recarsi in redazione e dichiarare di non volersi “muovere” da lì: “Che mi vengano ad arrestare qui”.