L'ex premier all'indomani dell'arresto del direttore del Giornale: “Ora sta al mondo politico trovare una soluzione adeguata". Giulietti: "Imbarazzo comprensibile dell'editore e del politico, ma non c'è nesso tra le due cose"
“Da tempo sostengo l’improrogabile necessità della riforma della giustizia a garanzia del più fondamentale diritto di libertà. L’incredibile vicenda di Sallusti non fa che riaffermare l’assoluta necessità ed urgenza di tale riforma”. Silvio Berlusconi ha così colto al volo l’assist del direttore del Giornale di famiglia per chiedere che la politica trovi al più presto una soluzione, mentre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha fatto sapere di aver iniziato ad esaminare il caso.
Secondo l’ex premier il caso Sallusti, “condannato in prima istanza ad una multa di 5.000 euro, trasformata in appello in 14 mesi di carcere, confermati poi dalla Cassazione, non fa che riaffermare l’assoluta necessità ed urgenza” di una riforma della giustizia. “Ora sta al mondo politico trovare al più presto una soluzione adeguata che contemperi l’inalienabile diritto di opinione e di informazione con l’altrettanto inalienabile diritto a non vedere lese la propria privacy e la propria onorabilità. Mi auguro che Alessandro Sallusti possa riprendere al più presto il suo impegno di direttore e che venga così cancellata agli occhi del mondo questa ulteriore pagina di giustizia negata“, ha concluso una nota.
La reazione è arrivata a 24 ore dall’accusa lanciata dal direttore editoriale del Giornale, Vittorio Feltri, ai vertici del Pdl di aver abbandonato il suo ex uomo di macchina. “Dove sono Alfano e Berlusconi?”, aveva detto ieri dai corridoi del Palazzo di Giustizia di Milano lui, che all’epoca della pubblicazione dell’articolo diffamatorio da parte di Libero era direttore editoriale della testata e che ha colto l’occasione per puntare il dito contro i leader del Pdl che non hanno cambiato la legge sulla diffamazione. In Tribunale si era arrivati dopo che, sabato mattina, il direttore de Il Giornale era stato prelevato dalla redazione per scontare la pena ai domiciliari. Dai quali era evaso poco dopo, per poi essere arrestato e portato a Palazzo di Giustizia.
“Comprendiamo, anche umanamente, l’imbarazzo del politico ed editore Berlusconi chiamato a rispondere della mancata tutela nei confronti del direttore Sallusti, ma tra questa vicenda e la riforma della giustizia non c’è nesso alcuno – ha commentato il deputato e portavoce di Articolo21, Giuseppe Giulietti – Il Senato ha avuto la possibilità di cambiare la legge, di eliminare il carcere, di rendere effettiva la applicazione della rettifica e di istituire, come era stato richiesto dalle associazioni dei giornalisti e non solo, il Giurì per la lealtá della informazione, unico strumento in grado di tutelare davvero anche il cittadino diffamato”.
“Per ragioni che Berlusconi dovrebbe farsi spiegare dai suoi fedelissimi queste proposte, in tutto, o in parte, non sono state accolte dal suo gruppo parlamentare che, anzi, è arrivato persino a votare l’estensione del carcere a tutti i cronisti, trasformando quella che avrebbe dovuto essere una legge contro il carcere in una vera e propria legge bavaglio bis – ha aggiunto – Evidentemente non volevano l’approvazione della legge. Hanno cambiato idea? Lo facciano sapere e non sarà difficile trovare una intesa su una norma che elimini il carcere e tuteli il diffamato, norma per altro che era stata proposta, tempo fa, dall’onorevole Pecorella e che era stata bocciata, ma guarda che combinazione, al primo voto segreto. Altrimenti meglio lasciar perdere e non far finta di “indignarsi” il giorno dopo, magari solo per dovere di ufficio”.
Intanto dal Quirinale il portavoce di Napolitano, Pasquale Cascella, fa sapere via twitter che “Il presidente sta esaminando – oggi ha visto il ministro Severino – ogni aspetto della complessa vicenda Sallusti”.