Il segretario del Pd al seggio per le primarie insieme alla moglie e le figlie
“Da oggi i fatti, basta commenti”. E’ stato un Pier Luigi Bersani avaro di parole quello che si è presentato al seggio, questa mattina a Piacenza in via XXV Maggio, per votare alle primarie del centrosinistra. Alle 11 in punto, il segretario del Partito Democratico – come sempre accompagnato dalla moglie Daniela e le figlie Elisa e Margherita – è arrivato alla Circoscrizione 2 ma ai cronisti non ha voluto rilasciare dichiarazioni, solo un auspicio ad abbassare i toni: “Adesso mi fate votare tranquillo che ho già parlato tanto questi giorni. E’ una giornata di festa, poche chiacchiere”, ha tagliato corto.
Poche chiacchiere anche dal suo sfidante, Matteo Renzi, che rispetto al primo turno si è recato al voto in prima mattina ed è parso aver recepito l’ammonimento di Bersani. Anche per il sindaco di Firenze, infatti, poche parole che gettano acqua sul fuoco delle polemiche per coloro che non hanno potuto registrarsi la ballottaggio: “Basta con polemiche”, ha detto a SkyTg24, “Comunque vada sarà una festa”, ha aggiunto, annunciando che trascorrerà la giornata tra figli e calcetto.
Le ultime schermaglie tra “renziani” e “bersaniani” si sono registrate ieri a Piacenza. Da una parte Roberto Reggi, coordinatore della campagna elettorale per Matteo Renzi, ha fatto visita al bocciodromo di via Agazzana per un ultimo intervento, durante il quale, di fronte a una trentina di persone, ha lanciato l’ultimo slogan: “Non vogliamo rottamare chi ha i capelli bianchi, ma coloro che stanno in Parlamento da troppi anni e non rinunciano ai privilegi”. Ma naturalmente non ha mancato di commentare negativamente la scelta del Comitato organizzatore di escludere il 96% delle nuove domande di chi voleva partecipare al ballottaggio: “Escludere dal voto tanti elettori che, pur non avendo partecipato alla prima tornata, hanno chiesto di essere ammessi alle urne appare frutto di una visione molto limitata da parte di chi ha fatto questa selezione. Una scelta del mio partito che non comprendo e mi mortifica”.
Dall’altra ha chiuso la campagna elettorale nella roccaforte di Bersani, il vicesegretario Pd Enrico Letta. Ospite alla volta del vescovo, ha prima commentato la campagna elettorale andata in scena: “Sono state primarie vissute intensamente, in cui le polemiche sollevate rischiano di trasformarsi in un boomerang” e ha poi lanciato una frecciata agli sfidanti: “ Le regole sono state approvate da tutti. Dimostrarsene refrattari non è un buon segnale, e non appartiene al nostro dna. Ci deve essere molta attenzione a non creare inutili incidenti”.