"I magistrati e i politici che vogliono tappare la bocca ai cronisti e ammazzare ogni tipo di giornalismo d’inchiesta ora possono brindare - si legge nella nota - Sembrava impossibile che in un Paese occidentale la polizia potesse interrompere una riunione di redazione. Eppure è successo proprio questo"
“Adesso il Giornale e i suoi lettori sono senza direttore e l’Italia senza giustizia, in compenso i magistrati e i politici che vogliono tappare la bocca ai cronisti e ammazzare ogni tipo di giornalismo d’inchiesta ora possono brindare”. E’ quello che scrive il cdr del Giornale in una nota: “Dunque, ci sono riusciti. Alessandro Sallusti è stato arrestato. Sembrava impossibile che in un Paese occidentale la polizia potesse interrompere una riunione di redazione”, si legge nel comunicato. “Sembrava incredibile che in una moderna democrazia un giornalista venisse privato della sua libertà per il suo lavoro. Sembrava pazzesco che nella patria di Beccaria la pena equa per un caso di diffamazione fosse la galera. Eppure è successo proprio questo”.
E poi l’attacco ai colleghi e, in particolare, al vicedirettore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio: “Resta l’amarezza per l’avara solidarietà , tranne alcuni casi, di una categoria che pure dovrebbe essere parte in causa, senza parlare di qualche commento davvero stonato di chi, solo per ragioni politiche o personali, non riesce a capire che questa è una battaglia di civiltà che dovrebbe essere di tutti. Oggi un coso chiamato Marco Travaglio ha scritto un articolo su un coso chiamato Il Fatto Quotidiano dicendo che Alessandro Sallusti è ‘il direttore di un coso chiamato Il Giornale, dunque convinto di essere un giornalista’. Qualcosa ci sfugge nella prosa di quel coso chiamato Travaglio: il rispetto per i colleghi, che siano Sallusti o i redattori del Giornale. D’altra parte, l’espressione ‘rispetto per i colleghi’ non compare nei brogliacci delle procure. E il suddetto coso non è in grado di farla propria”. E si conclude così: “Noi del Giornale siamo vicini ad Alessandro Sallusti e continueremo a difendere il diritto-dovere di informare”.