“L’amianto ritrovato all’interno dello stabilimento Ilva di Taranto è stato trasportato dal tornado che mercoledì scorso ha messo in ginocchio la fabbrica e causato la morte dell’operaio Francesco Zaccaria“. È questa la linea difensiva dell’azienda sulla questione amianto. Secondo la ricostruzione dell’ufficio stampa, il 29 novembre scorso Ilva ha informato l’Arpa Puglia attraverso una missiva, inviata anche alle altre autorità competenti, segnalando il ritrovamento, durante le fasi di valutazuione dei danni (che è ancora in corso), di una serie di detriti e polveri di amianto.
L’agenzia regionale per la protezione ambientale della Puglia sarebbe ora al lavoro per verificare se davvero quei materiali possano essere arrivati dall’esterno dello stabilimento. L’ipotesi è che il tornado nel suo inesorabile e distruttivo cammino abbia sradicato e portato per chilometri, oltre a segnali stradali e pezzi di guardarail ritrovati anche questi nel perimetro della fabbrica, anche alcune parti di edifici abbandonati che esistono intorno allo stabilimento. Uno di questi potrebbe essere l’ex oleificio Conte: una struttura abbandonata a già sottoposta a sequestro negli anni scorsi dalla Guardia di finanza di Taranto. All’interno dello stabilimento, secondo quanto riferito dai canali ufficiali dell’azienda, le operazioni di bonifica dall’amianto sarebbero terminate alcuni alcuni fa.