L'ex direttore del Tg4 racconta la sua versione delle cosiddette "cene eleganti": “Alcune ragazze si esibivano in spettacoli di burlesque. Una, ricordo, indossava una maschera di D’Alema”. Nessuna trasgressione sessuale però, secondo il giornalista. Anzi, "una volta a una ragazza era scivolato il reggiseno e Berlusconi ha fatto portare qualcosa per coprirla"
“Ruby? L’ho trovata brutta, aveva un cattivo odore e non mi piaceva quando ballava, mentre faceva la danza del ventre, faceva le bollicine (sic) masticando la gomma”. E’ il giudizio di Emilio Fede nell’aula del tribunale di Milano dove è in corso il processo sul caso Ruby che vede imputato Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. Fede, imputato in un altro processo per gli stessi fatti, risponde alle domande di accusa e difesa e non si sottrae anche a giudizi personali sulla protagonista di questa vicenda giudiziaria.
RUBY? PUZZAVA ED ERA VOLGARE” – “Non era una persona che mi interessava – dice l’ex direttore del Tg4 rispondendo alle domande di Niccolò Ghedini e del presidente del collegio Giulia Turri – di lei non mi interessavo, la trovavo inadeguata fisicamente e inelegante”. E insiste: “Non mi piaceva tant’è vero che quando l’ho rivista lei mi ha detto: ‘che modo villano che lei ha avuto di giudicarmi’. Quanto all’età della ragazza, Fede afferma che “a prima vista certamente non sembrava minorenne. Lei diceva di avere 24 anni e di essere egiziana. Io comunque ero incuriosito in senso negativo, mi procurava un fastidio visivo” e precisa di averla vista “complessivamente due volte ad Arcore“.
“NON SAPEVO CHE FOSSE MINORENNE” – Il giornalista precisa che “certamente non è venuta ad Arcore con me”, ma “mi è stato detto che l’ha accompagnata Lele Mora”. Racconta di aver conosciuto Ruby nel 2009 a un concorso di bellezza a Letojanni, in Sicilia, ma sottolinea di “non averla mai più né vista né sentita fino al 14 febbraio 20120, quando l’ho rivista ad Arcore”. L’ex direttore del Tg4, che partecipò in qualità di presidente della giuria e per ritirare un premio, sostiene di averla vista a quel concorso, ma di non avere poi avuto con lei successivamente “nessun rapporto o contatto telefonico”. “La sera del 14 febbraio – ricorda – lei mi si avvicinò e mi disse: ‘Non si ricorda di me? Io sono quella ragazza egiziana che partecipava a quel concorso dove lei faceva il presidente della giuria…”. Fede si sfoga: “Arcore non era una casa di tolleranza, era la casa del presidente del Consiglio e non potevo immaginare che là avrebbero potuto tenersi rapporti di natura sessuale caro dottor Sangermano”. E ha aggiunto: “Sono due anni che sono tormentato, mi consenta”. Il giornalista, nonostante tra gli atti processuali ci sia anche un video e deposizioni che, secondo l’accusa, dimostrano che conoscesse la vera età della giovane marocchina, ha ribadito più volte di non sapere che fosse minorenne.
“NESSUN TOCCAMENTO, MA CENE ELEGANTI”. Delle “cene eleganti”, Fede ricorda che quelle ad Arcore erano cene in cui “non è mai accaduto qualcosa con connotazione sessuale. Toccamenti di che? – risponde infastidito all’avvocato che gli domanda se abbia visto ad Arcore “toccamenti” nelle parti intime da parte di Silvio Berlusconi nei confronti delle ospiti – Ricordo un episodio che può essere indicativo dell’atmosfera che c’era. Ad una ragazza era scivolato il reggiseno e la prima cosa che ha fatto il presidente è stata dire al cameriere di portare qualcosa per coprirla”. E ha continuato: “Berlusconi non ha mai baciato sulla bocca, né toccato nessuna ragazza in mia presenza durante le cene ad Arcore, non l’ho mai visto fare atti di trasgressione sessuale”. Nel suo racconto dettagliato precisa che non ci sono “mai state nudità in mia presenza” e che Nicole Minetti “non si è mai assolutamente denudata”. Quelle di Arcore per Fede sono cene in cui si parlava di politica, si leggevano le agenzie di stampa, si commentavano i fatti di politica oppure si guardavano le partite del Milan. “Si ascoltava la musica, qualcuno ballava e basta”. Sulla presenza poi ad Arcore di Chiara Danese e Ambra Battilana, le due “pentite” del bunga bunga, Fede spiega la “vera” genesi della frase rivolta a Berlusconi “tu mangi nel tuo piatto, io nel mio”: “Si stava parlando del fatto che il presidente era a dieta, mentre si è arrivato a pensare che questa frase fosse riferita a un fatto sessuale”.
“BUNGA BUNGA? SI’ LO CONOSCO COME SUONO GUTTURALE AFRICANO”. Interrogato sul bunga bunga, Fede ha dichiarato di averlo sentito pronunciare ad Arcore e “l’ho interpretato come un qualcosa inerente alle danze africane”. Il giornalista ha precisato di aver vissuto per sette anni in Africa e che bunga bunga “era un suono gutturale africano che si fa durante le danze”. E sulle serate a Villa San Martino ha detto che non si svolgevano solo cene, ma anche spettacoli con ballerini professionisti e balli in cui “alcune ragazze si esibivano in spettacoli di burlesque. Una, ricordo, indossava una maschera di D’Alema”, ma comunque esclude che “ci siano stati eventi di natura sessuale, così come spogliarelli totali o parziali in sua presenza. Non solo: “Non c’è stato mai un passaggio di denaro davanti ai miei occhi. Io non sono Spinelli”.
L’AMAREZZA DEL DIRETTORE, LICENZIATO DOPO 24 ANNI DI FEDELTA’. C’è spazio anche per l’amarezza, affrontando il capitolo Berlusconi, nella deposizione di Emilio Fede: “Conosco Berlusconi da 24 anni, è inutile nascondere che da quando sono stato sollevato dall’incarico di direttore del Tg4 il 28 marzo scorso, i rapporti con lui si sono quasi del tutto interrotti”. Il giornalista ricorda il giorno del suo licenziamento: “Ho chiuso il telegiornale e il capo del personale mi ha chiamato in ufficio e nel giro di tre minuti mi ha detto che ero licenziato. Non dico che questo interrompa un rapporto di rispetto dopo 24 anni – afferma Fede – ma sono stato licenziato in tronco senza una ragione precisa. Quello con Berlusconi era un rapporto di vera amicizia“. Fede ha anche detto che da quando è stato licenziato ha visto il presidente “o ha parlato con lui solo due o tre volte”.
“B. E MUBARAK PARLARONO DI RUBY COME FIGLIA DI CELEBRE CANTANTE”. Dopo Emilio Fede, in tribunale ha parlato Mohamed Reda, l’interprete egiziano che faceva da intermediario tra Silvio Berlusconi e all’allora leader egiziano Hosni Mubarak durante gli incontri internazionali. Alla richiesta di Ghedini se i due avessero mai parlato di Ruby (ritenuta nipote del leader egiziano dall’allora presidente del consiglio italiano) Reda risponde: “Verso la fine del pranzo Berlusconi raccontò di avere conosciuto una ragazza egiziana carina che si chiamava Ruby ed era figlia di una cantante. Ruby è una cantante molto famosa in Egitto e la cosa suscitò un certo stupore tra i presenti”. Tuttavia, l’interprete, chiamato come teste dalla difesa dell’ex premier, non ricorda che vennero fatti collegamenti di parentela tra questa Ruby e Mubarak.