C’era una volta il progressive rock. C’erano una volta i concept album, la corte di re Crimson, i Genesis e i Jethro Tull. L’onda calda del rock che si mescolava con la complessità compositiva della musica classica, l’improvvisazione e i cambi di tempi del jazz, gli organi hammond, i sintetizzatori e i moog. E c’era pure la sorpresa di una musica italiana che entrava a pieno titolo nel panorama internazionale del prog, con tanto di consacrazione della critica musicale americana: Premiata Forneria Marconi, Area, Goblin. E Banco del mutuo soccorso.
Correva l’anno 1972 quando uscì un disco con una copertina sagomata a salvadanaio: l’avventura della bando romana era iniziata un anno prima, con l’incontro tra i fratelli Vittorio e Gianni Nocenzi, tastieristi, e la voce di Francesco Di Giacomo, la cui possente fisicità scombinò i piani, dato che pare i due fratelli volessero “un frontman bello, alla Pooh”. Ma tant’è, che avere progetti e non lasciar fare al caso non sarebbe stato molto rock. E quarant’anni di carriera hano dato ragione al caso. Sabato 8 dicembre al Teatro Manzoni di Bologna i Banco del mutuo soccorso assieme alle Orme, altro storico gruppo del progressive nostrano, festeggeranno i loro primi quarant’anni di attività con una tappa del loro tour, Banco del mutuo soccorso & Le Orme on the road insieme, con la doppia performance delle band ed una finale jam session che promette di regalare emozioni a nostalgici di ogni età dell’epoca d’oro del rock.
L’occasione è anche quella dell’uscita di un doppio cd del primo storico album del Banco rimasterizzato, accompagnato da un libro che racconta in foto ed interviste la storia del gruppo. Che può vantare il riconoscimento di prima opera rock attribuito a Darwin, l’album del 1972 che ancora oggi rimane saldo nella classifica Usa riservata ai migliori album progressive di tutti i tempi.Appuntamento dunque al Teatro Manzoni sabato 8 dicembre alle 21 per rivivere i favolosi anni Settanta, quando ancora tutto era possibile. Persino sperimentare, nella musica, al cinema, in tv e nelle strade, quando l’arte era gesto politico e momento di condivisione, anche in assenza di tweet e retweet.Tutte le informazioni sul concerto si possono trovare sul sito www.auditoriumanzoni.it.