Probabilmente alcuni di voi avranno letto ieri un pepatissimo articolo di Pierluigi Battista sul Corriere della Sera, in cui il nostro attaccava le Nazioni Unite per le recenti posizioni assunte riguardo al riconoscimento dello status della Palestina come membro osservatore, votato con 138 si, 41 astensioni e 4 voti contrari. Le parole di Battista, durissime, avanzano pesanti accuse di antisemitismo verso l’Onu e, più in generale, insinuano la totale inadeguatezza dell’organismo a risolvere i grandi problemi geo-politici esplosi negli ultimi anni.
Quando leggo articoli come quello di Battista rimango sempre basito, in quanto mi chiedo se queste persone considerino davvero l’Onu come una specie di organismo astratto, etereo, che decide e vota attraverso meccanismi intangibili e vagamente esotici. Una sorta di congrega di alieni, insomma, che ogni tanto calano da Marte per riunirsi e decidere i destini del mondo.
Bisognerebbe ricordare a Battista che alle assemblee degli organismi internazionali partecipano persone fisiche, emanazione di governi votati – perlopiù democraticamente – dai cittadini e rappresentativi della maggior parte della popolazione. Insomma, quando l’Onu assume determinate posizioni è perché compie una sintesi, attraverso meccanismi di voto condivisi e trasparenti, di quella che è la volontà della maggioranza degli Stati membri, decisa dalle varie cancellerie sulla base di politiche e strategie facenti parte di un più ampio disegno dell’azione di governo di ciascuno Stato.
Pertanto, il buon Battista dovrebbe avere l’onestà intellettuale – se proprio non è d’accordo con le posizioni assunte dall’Onu nel caso specifico – di scagliarsi non contro il Palazzo di Vetro, bensì contro i singoli paesi, tra cui l’Italia, che hanno votato a favore del riconoscimento dello status della Palestina. Insomma, accusare Ban Ki-moon di antisemitismo è assolutamente ridicolo, perché il suo ruolo è quello rappresentare la posizione dominante espressa in Assemblea, facendo la sintesi tra il “presunto antisemitismo” di Monti, Hollande, Rajoy ed il “filo-israelismo” degli Stati Uniti. Ma spesso, per le penne non troppo audaci del nostro paese, è molto più facile prendersela con chi sta lontano, a New York, piuttosto che dire chiaro e tondo che Monti ed i suoi sono antisemiti. Che poi, è chiaro, è una barzelletta: ma Battista questa volta è riuscito a sbagliare in un colpo solo l’accusa ed il destinatario dell’accusa.