Hanno rischiato di uccidersi per una spilla a forma di svastica. Sarebbe questo, infatti, il movente della lite sfociata nell’accoltellamento di Stefano Zecchina, il militante del centro sociale Orso ferito domenica a Milano, secondo quanto riferito dall’aggressore, che si è costituito oggi. “Sono stato aggredito mentre passavo in metrò – ha raccontato agli agenti l’aggressore, un 17enne milanese – perché avevo sugli abiti una spilletta a forma di svastica“. A quel punto, “impaurito” per l’aggressione, il giovane ha estratto un coltellino e ha colpito l’avversario. La sua ricostruzione, che dovrà essere confrontata con quella dell’aggredito, è al vaglio degli investigatori.
Dai primi accertamenti della Digos, il ragazzo presentatosi in questura è un “simpatizzante dei gruppi della destra radicale“, ma non risulta frequentatore assiduo di nessuno di questi gruppi o associazioni. Secondo il suo racconto, stava aspettando un treno sulla banchina del metrò quando è stato affrontato dal militante dei centri sociali, che lo aveva riconosciuto come avversario politico per via del suo abbigliamento e di una spilla a forma di svastica che portava su un giaccone. “Mi ha tirato un pugno e una testata – ha detto il ragazzo – e io allora ho preso un coltello multiuso che avevo in tasca e l’ho colpito al ventre e a un braccio”. Poi il giovane ha visto che l’uomo si allontanava e, secondo quanto riferito, non poteva sapere la gravità delle ferite. E anche lui si è dileguato.
Nelle ultime ore, insieme alla famiglia, è arrivata la decisione di presentarsi in questura. “Ha raccontato la sua versione e si è assunto le proprie responsabilità per quanto successo e per le lesioni provocate”, ha detto il suo legale, affermando che il ragazzo “si è reso conto di aver sbagliato“.
La notizia dell’accoltellamento aveva scatenato la rabbia di alcuni militanti dei centri sociali, che nella notte di domenica hanno tentato di prendere d’assalto una sede dei cosiddetti “Hammer skin“, una formazione di estrema destra, in viale Brianza a Milano. I militanti, con il volto coperto, hanno prima tentato di entrare, e poi hanno affrontato le forze dell’ordine, che erano già in allerta.
Nella serata di lunedì, invece, per esprimere solidarietà al ragazzo ferito, circa 300 persone hanno presidiato piazzale Loreto, luogo simbolo dei partigiani. Il giovane aveva raccontato di essere stato aggredito da due esponenti di estrema destra appartenenti a “Lealtà e Azione”. Un centinaio di militanti dei centri sociali ha tentato di prendere d’assalto una sede dei cosiddetti ‘hammer skin’, una formazione di estrema destra. Con il volto coperto, hanno prima tentato di entrare, e poi hanno affrontato le forze dell’ordine, che erano già in allerta. Ne sono scaturiti tafferugli.