E’ stato definito l’impianto killer a causa dei numerosi decessi che hanno colpito gli ex dipendenti. Attivo dal 1971 e chiuso nel 1994, il reparto “Clorosoda” del polo industriale di Gela è finito sotto la lente della Procura nell’ambito di una maxi indagine sul decesso di 12 operai e sulle condizioni di salute dei 105 dipendenti che prestarono servizio nell’impianto. L’incidente probatorio, durato oltre 6 ore ha visto comparire come teste Salvatore Mili, 65enne operario che per 25 anni ha prestato servizio all’interno dell’impianto incriminato. Le condizioni di salute precarie non gli hanno consentito il rilascio di alcuna dichiarazione. L’ex dipendente Eni affronta infatti da anni un calvario legato ad un doppio tumore al midollo osseo e al colon dopo essere stato già sottoposto ad intervento chirurgico per asportazione di parte della vescica. Ad accompagnarlo e sostenerlo oltre al figlio tanti ex colleghi ritrovatisi davanti il palazzo di Giustizia di Gela dopo una lunga attesa di Saul Caia, Dario De Luca, Rosario Sardella
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