Monica Maggioni ci piace. E molto. Non solo perché ha moderato con imparzialità anglosassone il confronto Bersani-Renzi, liberandoci finalmente dai riti vespiani. Ci piace, e molto, anche e soprattutto perché nel corso della sua carriera ha sempre dimostrato di saper fare la giornalista. Anzi di esserlo, che è diverso.

Che conduca “Uno Mattina” o racconti, da embedded, le guerre in giro per il mondo, la Maggioni non cambia il suo stile. Mai. Anche a costo di risultare troppo algida e milanese, con quell’inflessione che ogni tanto fa capolino tra una frase e l’altra. Quando è finalmente riuscita a sfondare in Rai, lei, sinistrorsa della prima ora con Clarks beige e feste dell’Unità in curriculum, è stata definita “voltagabbana”, pronta a spostarsi a destra per far carriera. Noncurante, ma iper-professionista brianzola tutta impegno e competizione, non se ne è mai curata più di tanto.

Non è un caso se solo pochi giorni fa contendeva a Mario Orfeo la poltrona di direttore del Tg1, infatti. Ma alla fine si sa come va in Rai: per quel tipo di incarichi non devi essere donna. E soprattutto non devi essere una risorsa interna all’azienda. Preferiscono l’outsorcing, dalle parti di Saxa Rubra.

La rivincita (o il contentino?) è arrivata con il dibattito finale tra Renzi e Bersani, dicevamo. E lei lo ha condotto con una equidistanza quasi noiosa, come non siamo abituati a vedere nel nostro paese. “Grazie a entrambi, stasera mi avete fatto sentire cittadina di un Paese normale”, ha chiosato prima di salutare i telespettatori. Unica concessione a una umanità repressa dal ruolo di arbitro, quella frase rappresenta la cifra stilistica di Monica Maggioni. Preferisce sembrare una “monaca triste”, come la definì Rosanna Cancellieri qualche anno fa, piuttosto che una che la butta in caciara. Non è nel suo stile e lei non ha nessuna intenzione di adattarsi al modello dominante. Lo si capisce anche dai suoi gusti televisivi, che espresse in un’intervista a Claudio Sabelli Fioretti qualche anno fa: “Detesto Maria De Filippi, quel trash trascinato, quelle quattro povere casalinghe acchittate come strappone portate lì a urlare con quattro ragazzi “aho, aho”. Terrificante”.

Oggi Monica Maggioni è responsabile degli speciali del Tg1 e vederla relegata in un ruolo sicuramente prestigioso ma non certo centrale non è il massimo per chi vorrebbe una tv pubblica di qualità. La sconfitta al rush finale per la direzione del Tg1 è una sconfitta per tutti, soprattutto per chi vorrebbe vedere valorizzate le eccellenze femminili in tv. Ma la Maggioni, che ha seguito il conflitto iracheno embedded nel corpo dei Marines, saprà meglio di noi che è più rischioso un corridoio di viale Mazzini che un check-point di Baghdad.

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