Sapevo da tempo, l’intitolazione era infatti avvenuta durante le precedenti amministrazioni, della dedica di una piazza all’interno della villa Paganini, piccolo e bel parco pubblico sulla via Nomentana a Roma a Giorgio Ambrosoli, l’eroe borghese che non si era piegato ai poteri collusi con la malavita internazionale. Solo due giorni fa ho potuto vedere che i viali del giardino sono dedicati a illustri uomini che hanno combattuto anche a prezzo della loro vita la malavita organizzata.
Il primo viale che si incontra è dedicato a Massimo D’Antona ucciso nel 1999 dalle Brigate Rosse.
La dedica dice “Giuslavorista – Vittima del terrorismo”. Ancora: Marco Biagi “Giuslavorista – Vittima del terrorismo (1950 – 2002)”. Con grande sorpresa in un piccolo slargo compare la dedica a Giorgio Ambrosoli. La dedica è però molto stringata: “Avvocato (1933 – 1979)”. Incredibile! Sulla vita di uno dei migliori servitori dello Stato italiano è stata operata una micidiale censura. Non si come è stato ucciso, né da chi.
Per ragionare sui motivi che hanno portato a questa vergognosa censura occorre partire dal mandante dell’omicidio Ambrosoli. L’omicidio fu commesso, come noto, da un killer –William Joseph Aricò- pagato con 115 mila dollari, mentre nel 1986 Michele Sindona, il potente finanziere siciliano, fu condannato all’ergastolo quale mandante dell’esecuzione. Sulla dedicazione questo fatto acclarato poteva essere ricordato. E invece nulla.
Era pericoloso avventurarsi su questi percorsi, devono aver pensato nell’amministrazione comunale romana, perché se si conosce il punto di partenza non è certo il punto di conclusione. Michele Sindona nel 1968 acquisisce il controllo della Società Generale Immobiliare, la potentissima società di proprietà del Vaticano protagonista della realizzazione di grandi quartieri residenziali in particolare a partire dal 1950. Nel 1969 Sindona inizia ad aver profondi rapporti con lo Ior, l’istituto di credito della Santa Sede e sono noti i legami con il banchiere Guido Calvi. Nel 1984, a seguito dell’azione della Banca d’Italia, Giorgio Ambrosoli fu nominato commissario liquidatore dell’istituto di credito sindoniano, la Banca privata italiana. Nel 1987 c’è la dichiarazione di fallimento della Società Generale Immobiliare. Il mandante dell’omicidio ha dunque profonde radici all’interno del potere vaticano.
E’ noto che Giorgio Ambrosoli pagò con la vita l’inflessibile rigore –nonostante i tentativi di accomodamento sollecitati da Giulio Andreotti e dai suoi uomini- con cui affrontò la questione della liquidazione della Banca privata italiana. La piccola villa Paganini dista meno di due chilometri in linea d’aria dalle mura vaticane che custodiscono gelosamente i grandi segreti della recente storia italiana. Meglio non urtare suscettibilità, avranno pensato i furbetti dell’amministrazione comunale. Un silenzio forse utile per consentire brevi carriere politiche. Non per ricostruire il profilo etico di una nazione smarrita. E quella targa dedicatoria andrà prima o poi completata con la verità.