“Non compro La7 né Mediaset Premium: sarei onorato di poterlo fare, ma non ho né i mezzi né la volontà”. Lo ha affermato da Milano il finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar, aggiungendo di avere “anche molto rispetto per il mio ruolo di consigliere di amministrazione” di Telecom Italia e di Mediobanca. Con queste ultime che sono, a cascata, azionisti di peso di La7. Non mancano, poi, i rapporti di affari con Mediaset che affitta la banda da Prima Tv, l’emittente che fa capo a Ben Ammar il quale a sua volta ha anche Silvio Berlusconi come socio, in Quinta Communication, mentre nel consiglio di Mediobanca siede accanto al vicepresidente di Cologno Monzese, Piersilvio Berlusconi, che in Piazzetta Cuccia rappresenta gli interessi di Fininvest.
Ben Ammar dice la sua anche sul beauty contest: “Farò un’offerta se ci sarà l’asta sul digitale televisivo terrestre. Faccio un appello al ministro Passera che aveva annullato la gara: per lo Stato sarà impossibile raggiungere gli 1,2 miliardi di euro di incasso che Mediobanca ha stimato, ma, visto che sono stati esclusi i grandi, i piccoli come me hanno delle possibilità. Il mio obiettivo è fondare una rete sul cinema con i tanti film non per forza nuovi che sono tenuti nel cassetto offrendo a tutti i produttori italiani di contribuire, diventerà come una cooperativa. Voglio offrire un accordo di revenue sharing sui film che ormai le tv non mandano più in onda. Li pagherò in funzione dell’audience, misurata dall’Auditel”.
Tornando al canale del Tg di Enrico Mentana, il finanziere franco tunisino ha dichiarato: “E’ giusto che qualcuno compri La7, ma certamente non il sottoscritto perché quello sarebbe un conflitto d’interessi e io lo conosco molto bene. Ho molto rispetto per il cda di Telecom, di cui faccio parte, e sono anche l’unico amministratore indipendente di Mediobanca”, aggiungendo che “io La7 non la comprerei perché non hanno bisogno di me e perché ci sono già delle offerte. Io in Telecom Italia non sono espressione di Mediobanca, ma sono un amministratore di Telecom Italia e prenderò decisioni nell’interesse di Telecom anche in conflitto con Mediobanca”.
L’imprenditore e produttore cinematografico, patron di Prima Tv e di Nessma Tv, anch’essa in comproprietà con Mediaset, ha poi annunciato di aver “firmato oggi l’acquisto della più importante rete tv dell’Egitto, On Tv, da Naguib Sawiris“, l’ex patron di Wind in queste settimane al centro delle cronache per l’offerta da 3 miliardi di euro per una quota rilevante di Telecom Italia che sarà domani sul tavolo del gruppo di telefonia controllato dalle banche e dagli spagnoli di Telefonica via Telco. “Sono molti mesi che sto parlando con il mio amico Sawiris per questo acquisto – ha spiegato – la democrazia nel mondo arabo è un fattore chiave per l’Europa. On Tv è la più importante voce di libertà e democrazia in un Paese di 90 milioni di abitanti”, proprio in queste ore attraversato da violenti scontri tra oppositori e sostenitori del presidente Morsi. “L’importo – ha detto Ben Ammar – è di decine di milioni”, ma non ha aggiunto altri dettagli. Il pagamento avverrà “per cassa, cash. Voglio creare un legame tra Egitto, Nordafrica, Francia e Italia per produrre contenuti”.
A proposito della mossa del magnate egiziano su Telecom, che si è arenata dopo settimane di speculazione, Ben Ammar ha dichiarato che “per Sawiris la porta non è né aperta né chiusa. Il cda deciderà e porterà le sue deliberazioni in assemblea”, ha detto aggiungendo “abbiamo capito, anche dalle parole del socio Marco Fossati, che c’è un problema di prezzo. Resto convinto che un imprenditore che conosce l’Italia e le telecomunicazioni e che ha soldi da investire vada ascoltato prima di mandarlo via. E se il suo interesse richiamerà altri, dovremo mandare ogni giorno i fiori a sua moglie – ha scherzato – perché vuol dire che Telecom Italia non è morta”.
Quanto a La7, una vendita che si sta anch’essa arenando sotto il peso dei debiti dell’emittente, secondo Ben Ammar per ora “ci sono due offerte anche se ancora non le conosco, ma una terza potrebbe arrivare questa notte”. “Credo che quest’anno La7 perderà 120 milioni, non possiamo permetterci di tenerla – ha poi spiegato – Dovremo decidere domani con i numeri. Ma avevamo già votato tutti, se possibile, la vendita“. E continua: “Nessuno sarebbe interessato al dossier di per sé, ma gli acquirenti potenziali del gruppo hanno qualcos’altro in mente, ad esempio le frequenze”. Infine la profezia. Domani nel cda di Telecom, secondo Ben Ammar “è più facile che venga risolto il dossier Ti Media, piuttosto che lo scorporo della rete (di Telecom Italia, ndr)”.