Hanno freddato un uomo di 50 anni nel cortile di una scuola materna di Scampia, mentre era andato a prendere suo figlio a scuola, il quale preparava la recita scolastica. Così, come se niente fosse: a volto scoperto, in due, su di un motorino.
A Scampia, per chi non avesse mai avuto l’occasione di passarci, avviene tutto come “se niente fosse”. Si spaccia droga, come se niente fosse. Ci si buca ovunque, senza nemmeno l’urgenza del riparo, come se niente fosse. Si delinque, come se niente fosse. Si vive blindati, come se niente fosse. E le persone perbene, e ce ne sono, sono prigioniere nella loro precaria normalità, confinata in appartamenti che neppure un sadico torturatore avrebbe concepito in tal modo. Come se niente fosse.
E, a poca distanza, a Napoli, come se non fosse anche Scampia, e in Italia, come se non fosse anche Napoli, la vita continua indifferente. Forse attraversata solo per un attimo da un “dovuto”, passeggero, senso di disgusto. Come se niente fosse.
E poi ci si gira di spalle e si pensa: tanto a me non interessa. Perché Scampia sembra non interessare a chi vive a Bergamo o a Bologna.
Erri De Luca, scrittore raffinato e da me amato, nei giorni scorsi ha difeso Napoli dall’essere (ancora) agli ultimi posti di una graduatoria di città italiane per la qualità della vita. De Luca, sottolineava che poter mangiare la pizza più buona al mondo – fra le altre cose – all’angolo di ogni strada, al prezzo più basso al mondo, dovrebbe far parte della qualità della vita. Gli ha risposto il mio amico Peppe Lanzetta, la cui scrittura ti si conficca nel cuore fino a farti male, come solo le cose estremamente belle possono fartene, elencando la lunga lista di cose per cui vivere a Napoli rasenta l’eroismo.
Ho amato Napoli come poche città al mondo. Come l’Avana. Come New York. I mie anni lì mi hanno formata e i miei occhi si sono riempiti di tutta la bellezza del mondo, in quella discesa che da Posillipo, dolcemente, curva dopo curva, scende verso Mergellina. Senza Napoli non sarei chi sono. Mi mancherebbe un senso.
Ma Napoli è anche terra di guerriglia e di rovine. Terra di miseria umana che non è solo povertà ma anche e soprattutto, indifferenza, voltarsi altrove, menefreghismo, precarietà, grettezza, assenza di sogni e di speranze, assuefazione al malaffare, complicità con l’illegalità.
Napoli è, elevata alla massima potenza, ciò che l’Italia potrebbe essere e non è. La bellezza devastata.
E chi crede, vivendo a Torino, di potersi voltare altrove, non ha capito nulla.
Cronaca - 5 Dicembre 2012
Lacreme napulitane
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