Fotografare il sistema immunitario del paziente con un melanoma, per capire se risponderà o meno alle cure che provano a risvegliare le naturali difese dell’organismo e a scatenarle contro il tumore. Funziona così l“Immunoscore’, una tecnica innovativa che l’Istituto Pascale di Napoli, leader nella ricerca sul melanoma, è il secondo centro al mondo a studiare dopo l’Inserm di Parigi. L’ospedale partenopeo ha richiamato oltre 200 cervelli per validare questa tecnica, durante il convegno internazionale ‘Melanoma Bridge World Immunoscoring’ che si chiude oggi nel capoluogo campano. L’evento, giunto alla terza edizione, getta un ponte tra Napoli e il resto del pianeta per sconfiggere un tumore della pelle che è in costante crescita: oltre 7 mila nuove diagnosi l’anno in Italia (700 in Campania), con 1.500 morti.

“L’Immunoscore rappresenta una pietra miliare negli studi più recenti sul melanoma – spiega Paolo Ascierto, dirigente medico dell’Unità di oncologia medica e terapie innovative del Pascale -. Facilita la prognosi e valuta il livello di infiltrazione delle cellule immunitarie nel tumore come nuovi biomarcatori: un punteggio alto permette di capire se nel paziente l’immunoterapia funzionerà. Questa tecnica può essere applicata non solo nel melanoma, ma in tutte le neoplasie in cui è dimostrata l’efficacia dell’immunoterapia, cioè dei trattamenti che stimolano il sistema immunitario a combattere il tumore”.

Tra i relatori al convegno anche Jèrome Galon dell’Inserm, scopritore dell’Immunoscore, e Francesco Marincola, direttore della Sezione malattie immunogenetiche e infettive presso i National Institutes of Health (Nih) americani, secondo scienziato più citato al mondo per le sue ricerche sul melanoma con oltre 350 pubblicazioni. “L’analisi bioinformatica dei dati consente di stabilire una correlazione tra il possibile decorso clinico della malattia e numerosi biomarcatori – precisa Marincola, che è anche presidente della Society for Immunotherapy of Cancer (Sitc) – L’altro fronte da approfondire è quello della combinazione delle terapie per rendere questo tumore della pelle una malattia cronica, con cui il paziente può convivere per tutta la vita”. 

Nella lotta alle neoplasie si stanno aprendo nuove strade per somministrare la terapia giusta al paziente giusto – sottolinea Gennaro Ciliberto, direttore scientifico dell’Istituto Pascale di Napoli – L’ostacolo da superare per debellare il melanoma è rappresentato da una incompleta e parziale comprensione del tumore e della sua biologia immunitaria, nei cui confronti tuttavia recentemente si sono registrati importanti progressi”. Al Pascale “rappresentiamo una realtà unica nel panorama sanitario nazionale e abbiamo ricevuto prestigiosi riconoscimenti anche al di fuori del nostro Paese – precisa Tonino Pedicini, direttore generale dell’ospedale partenopeo – Sono attive collaborazioni strutturate con istituzioni di assoluto rilievo negli Usa, come l’università di Portland e la Mayo Clinic di Rochester. Nel 2012 abbiamo pubblicato 20 ricerche su riviste internazionali che hanno come tema proprio il trattamento del melanoma. E stiamo conducendo ben 16 sperimentazioni cliniche che riguardano questa neoplasia”. Il Pascale si caratterizza anche per un tipo di organizzazione particolare, fondata sui Dipartimenti d’organo. “Dal punto di vista funzionale, questa struttura organizzativa è moderna e unica in Italia – evidenzia Nicola Mozzillo, direttore del Dipartimento melanoma, tessuti molli, muscolo-scheletrico e testa-collo del Pascale -. Vi lavorano dermatologi che utilizzano sofisticate attrezzature diagnostiche, chirurghi, oncologi medici, radiologi, medici nucleari, radioterapisti, anatomopatologi per diagnosi istologiche con tecniche d’avanguardia, genetisti, immunologi, esperti delle scienze di base, riabilitatori e fisioterapisti. Si tratta di un Dipartimento di patologia, non di una semplice divisione, che ha accumulato grande esperienza in questi anni. Grazie a una massa critica di competenze, siamo in grado di fornire un’assistenza a 360 gradi al paziente”.

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