Sino alla fine delle cosiddette Parlamentarie nessuno dei 1400 candidati sa quanti voti ha preso, quanti sono i votanti e non ci sono proiezioni. L'eretico Tavolazzi se la ride: "Impedita una partecipazione larga e consapevole, e il metodo inventato da Casaleggio ha assunto dimensioni da parrocchia"
Tante candidature e una sola certezza: il casaleggium, il sistema elettorale on line pianificato negli uffici della Casaleggio associati per decidere chi si candiderà al Parlamento sotto il simbolo del Movimento 5 stelle, era e resta un grande mistero. Non ci sono proiezioni, i candidati stessi non sanno, tanto meno possono sapere, il numero degli iscritti.
Nodi che probabilmente verranno sciolti nei prossimi giorni, anche se per ora né Grillo né Casaleggio si sono esposti. Ci sono regole che devono essere rispettate, c’è un numero di candidati (1400) e le indicazioni su come e quando votare. Niente altro. Fino a oggi la questione si è risolta all’interno di quel contenitore che va sotto il nome di beppegrillo.it . E nel gruppo c’è chi è pronto a impugnare eventuali errori tecnici, proprio perché convinto di potersi candidare, ma che si è trovato nella lista degli esclusi. Senza trovare motivo.
Come Alessandro Cuppone, candidato sulla carta che non ha invece trovato posto in lista. Ha scoperto di essere fuori solo qualche giorno prima. “Sono stato contattato da Beppe Grillo, ma non ha saputo darmi delle spiegazioni precise sulla motivazione della mia esclusione. Mi ha detto che ci saremmo risentiti. Io ho segnalato allo staff, ma a oggi non ho ancora avuto una risposta. Bisogna capire se sono stato messo fuori secondo criteri soggettivi o oggettivi. Ne va della validità di queste elezioni”.
C’è chi ha saputo all’ultimo minuto di non poter aspirare a una vita romana. Come Lorenzo Andraghetti, bolognese, tagliato fuori dalla lista dei candidati alla vigilia dell’apertura delle votazioni. Secondo lo staff, la sua esclusione ha un motivo ed è dovuta al fatto che, dopo essere stato eletto in quartiere nel 2011, ha rinunciato all’incarico per completare gli studi in Brasile. “Casaleggio sostiene di aver specificato questa regola in un documento fatto sottoscrivere da tutti candidati al momento dell’adesione”, spiega Andraghetti. “Ma io non l’ho mai firmato. Il problema è che Casaleggio ha inviato, immagino involontariamente, versioni diverse a una parte dei candidati. E se la responsabilità non è mia, non ha senso che io venga penalizzato per errori altrui”. Andraghetti parla e sa che se decide di fare politica può rivolgersi altrove. Se non altro perché il capo, Beppe Grillo, ha avvertito tutti: “Ci possono essere errori, imprecisioni e imprevisti, ma siamo di fronte a un esperimento che viene introdotto per la prima volta nel mondo”.
Davide Bono, delegato di lista in Piemonte, vicinissimo a Casaleggio, spiega al Fatto Quotidiano: “Abbiamo avuto un po’ di problemi con i profili dei candidati. Alcuni, ad esempio, non hanno caricato il video o il curriculum in tempo. Ma per ora non c’è stata alcune segnalazione da parte di persone escluse senza ragione. In genere, un motivo riconducibile al regolamento c’è”.
Chi se la ride a distanza è Valentino Tavolazzi, l’espulso dal Movimento: “Il Casaleggium ha stabilito chi sia candidabile, senza alcun confronto preventivo, e ha tradito quanto promesso da Grillo in tutte le piazze: chiunque si può candidare, se incensurato, non iscritto a partiti e se non ha svolto due mandati. Le scarse informazioni disponibili e le modalità di voto hanno impedito una partecipazione più larga e consapevole”. Altro che milioni al voto, “le Parlamentarie stanno assumendo una dimensione parrocchiale” e usano un “metodo inqualificabile in base ai valori fondanti per il Movimento, quali trasparenza e partecipazione”.