Non si fermano più. E’ ricominciata la carneficina. Maledetti e ancora maledetti. Mentre il medico legale effettuava l’autopsia sul cadavere di Mirko Romano, 27 anni, braccio destro del baby-boss latitante Mario Riccio del cartello degli Amato-Pagano, trucidato dai killer lunedì mattina e poi abbandonato sull’asse mediano che collega Melito con Giugliano, un altro gruppo di fuoco metteva a segno l’ennesima missione di morte.
Luogo dell’agguato Scampia, periferia della morte a nord di Napoli. A finire nel mirino è stato Luigi Lucenti, 50 anni che all’ora di pranzo si è recato in via Fratelli Cervi per andare a prendere suo figlio a scuola. Non appena è entrato nel cortile della scuola materna in pochi istanti hanno fatto irruzione in scooter due sicari che lo aspettavano e incuranti dei piccoli alunni, con il volto coperto da caschi integrali, lo hanno ammazzato con diversi colpi di pistola. Un’esecuzione violenta e cinica. Una sete di vendetta che non si arresta neppure di fronte ad una scuola della prima infanzia. La faida non si ferma più anzi riprende forza e vigore nonostante il pressing asfissiante delle forze dell’ordine, le perquisizioni, i blitz, gli arresti.
Del resto Rosario Guarino detto “Joe Banana” 29enne, pregiudicato, latitante dal marzo 2011 al vertice del clan del gruppo dei “Girati” al momento dell’arresto due settimane fa lo disse chiaro e tondo agli agenti : “Questa guerra durerà almeno altri 50 anni. Non avete visto ancora niente”. Non era una premonizione ma la lettura interna di equilibri criminali ormai da tempo saltati. Camorra impazzita: tutti contro tutti. Alleanze, scissioni, tradimenti, accordi e disaccordi. Un mare di sangue che comincia a bagnare la città e nessun quartiere sembra escluso. Non regge neppure più il “tanto si ammazzano tra loro”. Non regge più nulla. L’onda lunga di violenza armata sta travolgendo ogni cosa. E’ una tempesta inarrestabile. E’ cultura di morte e basta. “Stavamo preparando la recita di Natale cantando tutti insieme le canzoni. No, gli spari non li abbiamo sentiti e per fortuna i nostri bimbi non si sono accorti di nulla” racconta una docente della scuola. “I bimbi sono stati fatti uscire da un’entrata secondaria e non hanno visto il cadavere” ha aggiunto. La scuola è frequentata da bimbi di età compresa tra i tre e i cinque anni tutti di famiglie residenti a Scampia. L’omicidio è avvenuto a ridosso dell’ora della refezione e non appena si è diffusa la notizia dell’agguato l’istituto si è svuotato: i genitori hanno preferito ritirare i propri figli senza aspettare le 16 orario d’uscita.
I gruppi di fuoco hanno il sangue agli occhi. La “pulizia etnica” dev’essere totale. Fare il deserto attorno ai propri nemici. Gli investigatori ormai parlano chiaramente di vendetta preparata e organizzata con una strategia militare da parte di Marco Di Lauro, il quarto figlio del boss Paolo Ciruzzo ‘o milionario, appena 32enne, latitante da otto anni e ritenuto il grande burattinaio della nuova faida di Scampìa. Osservando le mosse del figlio di Ciruzzo gli inquirenti si sono convinti che è in atto una rivincita su larga scala contro chi, tra il 2004 e 2006, mise in crisi la cosca dei Di Lauro operando una scissione nel cognome degli Amato-Pagano.