Non ditegli che le sue vocali allungate somigliano a quelli di Paul Morrissey, potrebbe guardarvi con algido sguardo svedese, girare i tacchi e rifugiarsi nuovamente nella sua cameretta da dove poco più di una decina d’anni fa ha iniziato a far sbocciare singoli, o vere e proprie perle cult, di un pop mai banale pieno di quelle orchestrazioni elettroniche fasulle (fiati, tastierine, campanellini) tipico di un  indipendente disinteressato alle grandi folle.

Jens Lekman, from Sweden, passa fugace delle Romagna (giovedì 6 dicembre al Bronson di Madonna dell’Albero di Ravenna) e visto anche l’esiguo obolo in entrata (12 euri, da rivedere in loco) conta farci un salto. “Malinconica autoironia a tinte pastello”, Lekman ha deliziato i fan dapprima con uno dei filesharing più imponenti nell’era di E-Mule, poi con quattro album uno più incredibile dell’altro: When I Said I Wanted To Be Your Dog (Secretly Canadian, 2004), Oh You’re So Silent Jens (Secretly Canadian, 2005), Night Falls Over Kortedala (Secretly Canadian, 2007), I Know What Love Isn’t (Secretly Canadian, 2012).

Il tour prevede l’esposizione pedissequa dell’ultimo lavoro, anche se noi siamo sinceramente innamorati del penultimo disco, Night Falls Over Kortedala, perché ci è parso di aver trovato la matrice, anzi la pasta madre, di un timbro peculiare e di una melodia che vive di archi, ukulele e saxofonini degni di uno swing anni cinquanta. Lekman è un vero e proprio crooner che ha integrato la lezione sinuosa di un Bacharach qualunque e ha appreso che il segreto di un testo d’amore è, e rimane, l’assoluta essenzialità di un autore che vuole, per prima cosa, divertirsi suonando.

Inevitabile, però, che sul palco del Bronson arrivino i brani di I Know what love isn’t, altrettanto fortunati e ispirati. In particolar modo ci piace segnalare questa apertura ad una ritmica più ossessiva e presente, una linea di tempo battuto con le bacchette da quadrettoni elettronici anni ottanta che lo calano improvvisamente in una dimensione alla Alberto Camerini. Insomma, Lekman stupisce, sempre e comunque. Imperdibile.

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