Nella cittadina brianzola il leghista Giorgio Traveggia, alla vista del risultato del ballottaggio di maggio (3866 voti contro 3867), ha presentato ricorso al tribunale amministrativo per chiedendo il riconteggio di quattro schede contestate in tre diversi seggi. Al sindaco eletto del Pd Gianni Caimi, prima di decadere, restano solo i tempi per tentare un controricorso
Aveva perso le elezioni per un solo voto. Sette mesi dopo il Tar della Lombardia ha cambiato le sorti delle amministrative di Meda, assegnandogli la poltrona di primo cittadino. Così il leghista Giorgio Traveggia è diventato sindaco grazie a una sentenza. Come era immaginabile, alla vista del risultato del ballottaggio (3866 voti contro 3867), il candidato ha presentato ricorso al tribunale amministrativo per cercare di ottenere in tribunale quello che gli era stato negato sul campo. Il ricorso, che chiedeva il riconteggio di quattro schede contestate in tre diversi seggi, gli ha dato ragione.
I voti non attributi durante lo spoglio di maggio sono stati conteggiati, ribaltando il risultato elettorale, tanto da scalzare dal suo posto il sindaco del Pd Gianni Caimi e tutta la sua giunta. La notizia è ormai ufficiale anche se per il vero cambio di poltrona occorrerà attendere che l’iter della giustizia compia il suo corso. Dopo la pubblicazione della sentenza pronunciata ieri, 5 dicembre, Gianni Caimi (che nel frattempo ha raggiunto la celebrità mediatica grazie a un intervento in cui ha attaccato duramente Alessandra Mussolini) avrà tempo di presentare un controricorso che dovrà essere esaminato e, salvo diversa decisione del prefetto di Monza, solo quando sarà passato in giudicato si potrà dire definitivamente chiusa la vicenda. A tal proposito dal circolo cittadino del Partito Democratico hanno già fatto sapere di avere intenzione di ricorrere al Consiglio di Stato, per cercare una pronuncia in via definitiva sul risultato del ballottaggio della scorsa primavera: “Confidiamo che la procedura prevista in questi casi – ha detto Caimi – non rechi inutili danni alla continuità amministrativa e pertanto eviti un susseguirsi di maggioranze tra una sentenza e l’altra, impedendo ad entrambe di impostare progetti con il normale respiro di legislatura”.
Nella sezione del Carroccio, naturalmente, l’entusiasmo è alle stelle. La sensazione è quella essersi rifatti, almeno in parte, di quel micidiale cappotto che il 21 maggio scorso vide la Lega sconfitta su tutte le piazze in cui correva per la poltronissima. L’esponente leghista Giorgio Traveggia, che aveva già governato la cittadina brianzola per un mandato, pur essendo uscito a testa alta dal primo turno non era riuscito ad affermarsi nello scontro a due. Così ci fu il ballottaggio, che finì con un risultato talmente incerto da convincere Traveggia e la Lega a presentare ricorso al Tar.