Gli effetti negativi dell'incertezza sulla tenuta del governo si riflettono sui mercati finanziari. La Borsa di Milano chiude in perdita. il differenziale btp-bund sale. Monti: "Guardo con attenzione il tasso di interesse sui titoli pubblici italiani"
La crisi del governo si fa subito sentire. Piazza Affari è l’unica borsa europea a chiudere in ribasso con l’indice Ftse Mib che ha perso lo 0,75%. Milano ha accusato il nervosismo della situazione politica. E’ stata la peggiore, ma, dopo cali oltre il punto e mezzo percentuale, ha saputo contenere le perdite in coincidenza con l’intervento del Quirinale.
L’incertezza sullo scenario politico e l’oscillante tenuta del governo infatti hanno riversato i loro effetti negativi anche sullo spread: il differenziale tra Btp e Bund, principale indicatore del rischio-Italia, è salito ancora e chiude a 327 punti base dopo aver toccato un massimo di giornata a quota 330. Il rendimento del Btp a 10 anni è in rialzo al 4,57%.
”Non trovo particolarmente interessante né utile, soprattutto se fatto da me, l’esercizio di attribuire meriti o responsabilità” circa l’andamento dello spread. Lo ha detto il premier Mario Monti in conferenza stampa a palazzo Chigi. “Non credo che io sia il migliore destinatario della domanda quanto conterà lo spread nella campagna elettorale, ce ne sono molti più pronti di me a rispondere a questa domanda – ha aggiunto – Io guardo, come tutti, con attenzione lo spread, soprattutto guardo con attenzione il tasso di interesse sui titoli pubblici italiani”.
Tornando alla Borsa, scivolone per Saipem dopo le dimissioni al vertice causate dall’inchiesta su un’ipotizzata corruzione in Algeria per un gasdotto, mentre tranquilla la controllante Eni (-0,34%) e male A2a tra le utility (-3,055). Tra i titoli minori vola Erg (+10,47%) che ha appena accresciuto la sua posizione dell’eolico con l’acquisto di impianti da Gdf Suez. Per quanto riguarda le telecomunicazioni Telecom ha perso l’1,6% in attesa dell’esito del Cda, chiamato a valutare tra l’altro la vendita di Ti Media, che a sua volta ha lasciato sul terreno il 2,57 per cento. Bene, invece, Mediaset (+1,88%). Deboli le banche: all’indomani del taglio del rating a livello spazzatura da parte di Standard & Poor’s e nell’incertezza sui Monti bond, Mps lascia sul terreno il 2,77%. Fa peggio Ubi (-3,05%), invece Intesa Sanpaolo -2,29% e Unicredit -1,34%, ma soffrono un po’ tutti gli istituti di credito in linea con l’allargamento dello spread Btp-Bund.