Oscar Niemeyer, il visionario architetto che progettò Brasilia e il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York, è morto ieri notte nell’ospedale samaritano di Rio de Janeiro, sua città natale, dove era ricoverato dal 2 novembre scorso. Avrebbe compiuto 105 anni il prossimo 15 dicembre. Il più famoso architetto brasiliano, tra i più illustri e prolifici del XX secolo, sintetizzava nel modernismo le suggestioni tropicali del Brasile. “Non è l’angolo retto che mi attrae né la linea diritta, dura, inflessibile creata dall’uomo. Quello che mi affascina è la curva libera e sensuale: la curva che trovo sulle montagne del mio Paese, nel corso sinuoso dei suoi fiumi, nelle onde dell’oceano, nelle nuvole del cielo e nel corpo della donna preferita”, scrive Niemeyer nelle sue memorie.
Il periodo più importante nella carriera del grande architetto risale al 1956, quando Juscelino Kubitscheck fu eletto presidente del Brasile e lo convocò per progettare la nuova capitale, appunto Brasilia. Niemeyer disegnò gli edifici principali, tra cui il Palacio da Alvorada, la residenza del presidente della Repubblica, e poi la Camera dei Deputati, il Congresso Nazionale, la Cattedrale, diversi ministeri e molte residenze, pensati per evocare “un futuro più egualitario”. La pianta di Brasilia fu affidata all’ex maestro di Niemeyer, Lucio Costa. La città fu costruita e inaugurata in soli quattro anni. Durante la dittatura militare, dal 1961 al 1985 , il ‘comunista’ Niemeyer fu costretto ad andare in esilio a Parigi. E’ di quegli anni la celebre frase di Fidel Castro: “Niemeyer e io siamo gli ultimi comunisti rimasti a questo mondo”.
Nel 1988 vinse il premio Pritzker e poi tornò in Brasile. Non ha mai interrotto la sua attività. A 89 anni disegnò il Museo di Arte Contemporanea di Niteroi, la città che fronteggia Rio sulla baia di Guanabara, uno dei suoi lavori più famosi. In Italia ha firmato la sede della Mondadori a Segrate e l’Auditorium di Ravello. Nel 1996 ha ricevuto il Leone d’Oro della Biennale di Venezia. Per tre quarti di secolo Niemeyer è stato sposato con Annita Baldo, figlia di emigranti di Padova. Poi si è risposato nel 2006 con la sua segretaria, di quarant’anni più giovane di lui.