Babbo Natale in tuta blu. Un sacco con 5.586 regali destinato all’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, sarà consegnato sabato prossimo, 8 dicembre, dalle mogli degli operai e dei cassaintegrati dello stabilimento automobilistico di Pomigliano d’Arco ai sorveglianti dell’ingresso 4. “Un regalo per ogni operaio – hanno spiegato oggi le donne che non hanno voluto svelare il contenuto del sacco di regali – perché quest’anno siamo noi che diamo a Marchionne il regalo in occasione del “Natale Bimbi”, organizzato dall’azienda per elemosinare un giochino ai nostri figli. Un regalo che simboleggerà anche il dono dell’Alfa Romeo alla Fiat ricevuto da Prodi”.
Le donne, che hanno presentato l’iniziativa nella sede dello Slai Cobas a Pomigliano, hanno sostenuto anche che per i lavoratori della newco si prospettano nuovi periodi di cassa integrazione fino a marzo prossimo. “La società che si occupa della movimentazione delle vetture – hanno aggiunto – ha già chiesto cassa integrazione dal 24 dicembre al 23 marzo prossimo per le comunicazioni di Fabbrica Italia Pomigliano sulle produzioni previste. Quindi altro che ‘fabbrica incantata in una magica atmosfera natalizia’, come recita il depliant della Fiat che accompagna l’iniziativa del Natale Bimbi. Anche quest’anno per noi e per i nostri figli sarà l’ennesimo Natale a ‘tasche vuote’ perché all’insegna della cassa integrazione e precarietà senza fine in cui la Fiat ci costringe da anni”.
Le donne hanno spiegato che “quest’anno sarà anche scandito da un inquietante conto alla rovescia che giorno dopo giorno avvicina i nostri uomini (2.431 addetti in cigs per cessazione attività della FGA), alla prospettiva del licenziamento allo scadere della cassa integrazione previsto per il 14 luglio 2013. Ma dopo di loro toccherà ai 650 della ex Ergom, poi ai 300 del reparto-confino di Nola (Napoli) ed infine ai 2.146 addetti FIP e ai 59 della Novafero, per non contare gli addetti all’indotto, perché – hanno concluso le donne – la ‘fabbrica incantata’ millantata da Marchionne si è rivelata un bluff producendo appena 120.000 vetture Panda a fronte delle 280.000 originariamente preventivate”.