Sulla mancata quotazione della Sea la Procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo e quindi indagati e senza reato. Gli inquirenti milanesi vogliono acquisire tutte le informazioni possibili per approfondire il mancato collocamento in Borsa. La società di gestione degli aeroporti lombardi di Milano e Malpensa contesta un “sabotaggio interno” da parte dell’azionista di minoranza Vito Gamberale. L’esposto della società è stato inviato anche alla Consob, l’Authority che dovrebbe vigilare sui mercati finanziari. Il fascicolo è sul tavolo del procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco, del Dipartimento reati finanziari.
Il 30 novembre scorso lo scontro tra Roma e Milano aveva saltare l’operazione lasciando di fatto a bocca asciutta il Comune di Giuliano Pisapia e la Provincia di Guido Podestà, che avevano fatto intendere che si preparavano ad azioni legali. L’offerta dei titoli della società che gestisce gli scali lombardi di Linate e Malpensa, com’era nell’aria da qualche giorno, era stata ritirata dopo che l’operazione non aveva riscosso sufficiente interesse da parte degli investitori. La quotazione avrebbe dovuto portare nelle casse di Sea una somma compresa tra 78 e 105 milioni attraverso la vendita di nuove azioni e l’incasso avrebbe contribuito al pagamento del dividendo straordinario destinato a Comune e Provincia da oltre un anno.
A far scattare il dietrofront del gruppo presieduto dall’ex deputato leghista, Giuseppe Bonomi, era stata la bassa domanda di adesione in fase di collocamento. A pesare, sicuramente, lo scontro al vertice dell’azienda col socio di minoranza, F2i. Ovvero, appunto, il fondo di Gamberale che ha come azionista rilevante il ministero del Tesoro attraverso la Cassa Depositi e prestiti, la società che gestisce i risparmi postali degli italiani. Il 20 novembre scorso due consiglieri d’amministrazione di Sea espressi dal fondo avevano scritto al presidente della società, muovendo accuse gravissime. Lettera che è stata trasmessa alla Consob, l’autorità di vigilanza sui mercati finanziari e che sostiene proprio che nel prospetto informativo di 662 pagine che ha accompagnato l’offerta delle azioni della società agli investitori, i vertici aziendali non hanno “comunicato al mercato dati sensibili sull’andamento della società”.
Sulla vicenda Sea, poi, è già aperta da tempo un’altra inchiesta dalla Procura di Milano che riguarda sempre Gamberale e il fascicolo è a sua volta al centro di un giallo. L’ipotesi di reato in questo caso è turbativa d’asta. Da un’intercettazione, che era stata trasmessa a Milano dall’autorità giudiziaria di Firenze, si evinceva che il bando dell’anno scorso per la vendita del 29% circa della società a F2i sarebbe stato costruito ad hoc per permettere proprio a Gamberale di essere il favorito e comprare le azioni, sbaragliando l’offerta di un fondo indiano escluso perché la richiesta era arrivata in ritardo.