Alcune importanti opere di un periodo compreso tra Cinquecento e Settecento, "ricoverate" dopo il sisma e infine recuperate saranno esposte a Bologna dall'8 dicembre 2012 al 9 gennaio 2013
Le drammatiche scosse di terremoto del 20 e il 29 maggio 2012 hanno inferto danni gravissimi al patrimonio artistico dell’area bolognese, ferrarese, modenese e reggiana. Centri storici quali Cento, Crevalcore, Galliera, Pieve di Cento e Sant’Agostino, gravitanti nel territorio tra Bologna e Ferrara, hanno visto seriamente compromessi, per cedimenti, crolli e fessurazioni pericolose, i principali edifici ecclesiastici antichi, con il rischio della perdita di importanti opere d’arte che vi erano conservate. Gli interventi eroici dei Vigili del Fuoco e l’impegno dei Funzionari delle Soprintendenze hanno messo in sicurezza le opere mobili di maggior pregio, ora ricoverate nelle vaste sale del Palazzo Ducale di Sassuolo, negli ambienti messi a disposizione da privati a Pieve di Cento, nei depositi allestiti presso Art Defender a Bologna e in quelli presso la stessa Pinacoteca Nazionale di Bologna.
La mostra che inaugura a Bologna nella sede di Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni , venerdì 7 dicembre 2012 alle ore 11 (poi aperta dall’8 dicembre fino all’8 gennaio 2013, dal martedì alla domenica 10-19), si propone di attirare l’attenzione del pubblico sulla gravità della condizione e sullo stato di precarietà in cui versano gli edifici lesionati e di informarlo circa i rischi di cancellazione di testimonianze storiche delle diverse comunità civiche.
Verranno esposte alcune opere molto importanti di scuola bolognese dal Cinquecento al Settecento. Tra queste la grande pala di Ludovico Carracci della Pinacoteca Civica di Cento (uno dei capolavori del grande maestro bolognese, firmato e datato 1591), due importanti dipinti del Guercino (la giovanile Sibilla della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento; la grande Annunciata della collegiata di Pieve di Cento, del 1646), due pale d’altare di Ubaldo Gandolfi e inoltre solenni, austeri e seducenti dipinti di Lorenzo Sabbatini, Denys Calvaert, Alessandro Tiarini, Giovan Francesco Gessi, Ludovico Lana e altri; testimonianze significative della pittura emiliana che per lungo tempo saranno sottratte alla pubblica visione in conseguenza della precarietà strutturale degli edifici che finora le hanno custodite, sia ecclesiastici che civili.
La mostra – promossa dalla Fondazione Carisbo – è a cura di Luigi Ficacci e Angelo Mazza ed è accompagnata da una pubblicazione curata da Graziano Campanini, Angelo Mazza ed Elena Rossoni, edita da Bononia University Press.
Per informazioni: 051 19936305, www.genusbononiae.it