Presentato a Bologna il progetto che vuole le consultazioni popolari per i candidati a Montecitorio per legge. Hanno aderito i ribelli berlusconiani, membri del Pd e dell'Idv e politologi come Pasquino, Panebianco e Sofia Ventura. "Meglio però non fare niente che una cosa telematica come il Movimento 5 Stelle"
L’attore Ivano Marescotti, il filosofo Stefano Bonaga assieme ai berlusconiani ribelli Galeazzo Bignami e Marco Lisei scendono in campo per un appello a favore delle primarie in ogni partito, stabilite da una legge dello stato. L’obiettivo è fare delle “parlamentarie”, quelle che per via telematica finora si sono svolte solo nel Movimento 5 stelle, un obbligo per chiunque si presenti alle elezioni per Camera e Senato. All’incontro con la stampa a Bologna voluto dalla Associazione per le primarie hanno aderito esponenti del Pd, dell’Idv e i due giovani del Pdl emiliano che da tempo si battono per le consultazioni all’interno del loro partito.
Lo scopo della mobilitazione che parte dal capoluogo emiliano è di portare prima possibile il Parlamento, magari entro questa legislatura (ma visti i tempi e la possibile crisi di governo imminente, la prossima), a fare delle primarie una regola per tutti coloro che si presentano alle elezioni, dal Partito democratico al Movimento 5 stelle. “Da tempo sia io che Bignami siamo per le primarie”, spiega Marco Lisei, capogruppo Pdl in consiglio comunale a Bologna. “Tutte le iniziative che vanno in questa direzione sono utili e consentono di superare lo scoglio dell’attuale legge elettorale, soprattutto per quanto riguarda le preferenze. Il meccanismo delle consultazioni interne ai partiti – conclude l’ex esponente di Alleanza nazionale – dovrebbe essere applicato in tutti i casi in cui non ci sono le preferenze”.
“L’Associazione per le primarie – spiega il presidente Paolo Orioli – sta preparando un comitato di studio per arrivare finalmente a una proposta di legge, che dovrà tuttavia aspettare la prossima legislatura”. Tra gli esperti già in campo per ragionare sulle primarie ‘sempre e comunque’ spiccano i nomi dei politologi Angelo Panebianco, Gianfranco Pasquino e Sofia Ventura e dei costituzionalisti Giovanni Guzzetta e Andrea Morrone.
All’incontro bolognese non c’erano solo politici di professione. Per Ivano Marescotti, impegnato soprattutto nelle lotte dal basso per la difesa della scuola pubblica, la parola primarie significa soprattutto partecipazione attiva alle lotte sociali. Allo stesso modo, la parola politica non significa solo scalare i piani del potere. E per questo motivo l’attore romagnolo porta ad esempio il Movimento 5 stelle: “Il lato positivo del ‘grillismo’ è quello di sconvolgere tutti i sistemi che portano alle carriere politiche. Bisognerebbe insistere – spiega l’artista – sul fatto che la lotta parlamentare non è niente di più rispetto alla lotta politica e sociale. Un esempio? Maurizio Landini è politicamente più importante di qualsiasi deputato”. Marescotti però boccia le primarie telematiche ideate da Grillo: “Sono la cosa peggiore dal punto di vista democratico che si possa concepire”.
Stefano Bonaga non entra nel merito delle parlamentarie nel M5s: “La parte positiva del movimento di Beppe Grillo richiama i giovani all’attività politica sul territorio. Sappiamo tutti quante critiche si possono fare, ma di buono c’è che, per esempio, lui in Sicilia ha mosso i giovani”. Certo, ragiona il filosofo, fare le primarie potrebbe non essere una cosa tecnicamente semplice, visto il numero dei candidati che potrebbero voler correre: “Mentre ragionevolmente le primarie per i leader sono facili da organizzare, quelle per la scelta dei parlamentari potrebbe essere molto più complicata”.
Paolo Orioli, membro del Pd che dagli anni Novanta promuove la riforma elettorale maggioritaria e delle primarie per legge rassicura: “Se il Pd o altri partiti vogliono fare le primarie per i parlamentari sono state scritte enciclopedie su come farle”. Ma anche per lui nessuna apertura alle “parlamentarie” a 5 stelle: “Meglio non fare niente che fare una cosa telematica e non chiara come fa il Movimento”, spiega Orioli. Alla presentazione dell’appello con la stampa erano invitati Giovanni Favia, Massimo Bugani e Federica Salsi, ma nessuno dei tre ha partecipato.