La Suprema corte ha accolto la richiesta della Procura e ha invalidato la decisione della Corte d'appello che aveva assolto 11 imputati, tra i quali l'ex governatore della Banca d'Italia. Il 19 dicembre, però, scade tutto. Confermata la condanna a Unipol al pagamento di 420mila euro
La quinta sezione penale della Cassazione ha annullato, con rinvio a nuovo processo, l’assoluzione degli 11 imputati, tra cui l’ex governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, per la tentata scalata di Unipol a Bnl. Confermate invece le condanne per gli ex vertici di Unipol, Ivano Sacchetti e Giovanni Consorte, per insider trading, che in secondo grado erano stati condannati rispettivamente a un anno e sette mesi e un anno e sei mesi. Entrambi sono stati anche condannati dalla Cassazione a rifondere le spese processuali per circa tremila euro ciascuno.
La Suprema corte ha quindi accolto la richiesta del sostituto procuratore generale Vito D’Ambrosio che ieri aveva chiesto di annullare il verdetto di assoluzione dall’accusa di aggiotaggio per Fazio e gli altri dieci imputati, pronunciato lo scorso 30 maggio. La sentenza, però, è arrivata troppo tardi: il 19 dicembre di quest’anno, infatti, scatta la prescrizione per l’aggiotaggio. La pronuncia della Cassazione può comunque aprire la strada ai risarcimenti in sede civile.
Oltre Fazio, la sentenza riguarda anche per l’amministratore delegato di Unipol, Carlo Cimbri, l’editore Francesco Gaetano Caltagirone, Vito Bonsignore, il banchiere Bruno Leoni, gli immobiliaristi Danilo Coppola, Stefano Ricucci e Giuseppe Statuto, l’ex raider bresciano Emilio Gnutti e i conterranei Ettore e Tiberio Lonati. Confermata la condanna di Unipol al pagamento di 420mila euro.