La canzone “Taranto”, contenuta nel suo album d’esordio intitolato “I mediocri” (La Fame Dischi), nasce dalla rabbia e Maraglino prim’ancora che scoppiasse il caso, voleva gridarlo al mondo che a Taranto c’era un problema gigantesco con l’ambiente e che “non si poteva continuare a parlare della questione inquinamento in Italia senza mai parlare di Taranto. Ora tutta la vicenda è venuta a galla, spero solo non sia troppo tardi, anche perché il mercato dell’acciaio non ha tantissima vita e con tutti i soldi che si sono fatti, senza mai restituire nulla alla città, mi sa che gli conviene chiudere piuttosto che pagare ora per mettersi in regola. Se riescono a tirare avanti così come hanno sempre fatto… bene, altrimenti chiudono. Hanno già fatto sparire i soldi. È qui che, ora più che mai, serve uno Stato che si sappia imporre, che abbia davvero a cuore la salute degli italiani. Ma in tutti questi anni è stato complice. Io mi chiedo cosa ce li abbiamo a fare i politici se quando realmente servono non ci sono mai, se stanno sempre dalla parte opposta a quella dei cittadini. È paradossale”.
Michele, quanta gente conoscevi che se n’è andata per i fumi dell’Ilva? E quante ne conosci che per causa loro se ne sono ammalate?
A Taranto sono tantissimi i casi di amici e conoscenti che si ammalano e muoiono per patologie legate all’inquinamento. Ogni tarantino conosce gente in quelle condizioni, sia parenti sia amici. È una strage. Non è accettabile. Vorrei che la mia città si risvegliasse e in parte questo sta accadendo. Anche dal punto di vista culturale c’è un certo movimento. Molti giovani si stanno rimboccando le maniche dando vita a realtà inimmaginabili fino a qualche tempo fa. L’industria non ha solo distrutto una popolazione dal punto di vista della salute e dell’ambiente, ma anche da quello culturale.
Cosa desideri venga fatto per Taranto, la tua città?
Vorrei innanzitutto che la salute venga messa al primo posto come in un Paese normale. E che ci si comporti di conseguenza. Come soluzione, l’unica accettabile che vedo è quella che giorni fa ha espresso Beppe Grillo sul suo sito. E mi piacerebbe che l’Italia diventasse un paese coraggioso. È proprio di questo che si parla nel mio primo album I Mediocri. Penso che questi anni che stiamo vivendo siano anni mediocri, dove il non rischiare, l’accontentarsi, sono all’ordine del giorno. La gente non sogna più, punta in basso. E a furia di accontentarsi succedono casi come Taranto. Io penso che anche in tempi di crisi la parola d’ordine sia sognare, sia puntare alto, provarci sempre.