Il Cavaliere ha già chiesto ai direttori delle sue testate "massimo impegno" per la campagna elettorale, scrive Repubblica. Al Tg5 il caso di un servizio troppo "militante" - che il cdr smentisce - il Tg4 non cambia dall'era Fede. Intanto sul Giornale Sallusti cerca di convincere i berlusconiani delusi
Silvio Berlusconi ri-ritorna in campo ed è subito conflitto d’interessi. I media del Cavaliere sono pronti a tirargli la volata in una campagna elettorale che si preannuncia difficilissima, data l’ingloriosa fine del governo uscito dalle elezioni del 2008 e lo sfascio del Pdl. Berlusconi, scrive oggi Repubblica, ha già chiesto “massimo impegno” e “gioco di squadra” ai direttori delle testate Mediaset, avvertendoli che non è il caso di usare toni entusiastici per il governo Monti, ossia “il governo delle tasse”. Intanto, spiega ancora Repubblica, si moltiplicano i pranzi organizzati ad Arcore con Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, Mauro Crippa, direttore generale dell’informazione del gruppo, e alcuni direttori dei notiziari di casa: Giovanni Toti del Tg4 e di Studio Aperto e Mario Giordano di Tgcom24.
Il primo caso, però, è scoppiato con il Tg5 di Clemente Mimum (già alla guida del superberlusconiano Tg1 dal 2002 al 2006) che nell’edizione delle 13 del 6 dicembre ha salutato l’annuncio della candidatura di Berlusconi e della rottura con il governo Monti con toni tanto militanti nel celebrare i passati “successi” del Cavaliere da provocare la convocazione di un’assemblea di redazione. Non sembrano esserci dubbi neppure sulla fedeltà del Tg4 post Emilio Fede, che nell’edizione notturna dopo il voto italiano all’Onu pro Palestina ha fornito ai telespettatori un lungo servizio che accusava esplicitamente l’esecutivo dei tecnici di aver rovinato anni di diplomazia orientata nettamente verso Israele. Targata naturalmente Berlusconi, a cui si deve peraltro – spiegava ancora il Tg4 – l’unica fase di autorevolezza italiana in politica estera.
Nel pomeriggio, il Comitato di redazione del Tg5 ha diffuso un comunicato in cui nega l’esistenza del caso: ”Il Cdr del Tg5 ritiene che nessuno possa arrogarsi il diritto di dare lezioni di giornalismo e patenti di autonomia e indipendenza, tanto meno chi ogni giorno è schierato pregiudizialmente contro Mediaset”, recita il comunicato.“L’operato della nostra redazione politica in vent’anni di storia del Tg5 è fuori discussione. Non esiste alcun ‘caso Tg5’ e tanto meno alcuna divisione o rivolta all’interno del telegiornale”.
Prontissimo alla lotta, nonostante le recenti disavventure giudiziarie, anche Alessandro Sallusti con il Giornale. Oggi la testata di Paolo Berlusconi apre la prima pagina con la lettera di un lettore-elettore deluso dal Cavaliere, che Sallusti prontamente rintuzza e rassicura nell’editoriale sottostante. Berlusconi, scrive, ha difeso la libertà, e se “è vero che non è riuscito a farlo in maniera apprezzabile, è altrettanto vero che non ha mai fatto il contrario”. E comunque non c’è alcun leader alternativo. Quindi, conclude Sallusti, “continuerò a battermi contro gli illiberali” con “qualunque mezzo. Anche con Berlusconi”.