Non sarà come il processo Ruby che – nei due tronconi quello principale in cui Silvio Berlusconi è imputato per concussione e prostituzione minorile e quello bis in cui rispondono di favoreggiamento e induzione alla prostituzione Fede, Minetti e Mora – vede sfilare ogni settimana in aula le ragazze delle cene eleganti. A poche settimane dalle ormai inevitabili elezioni, dopo la mancata fiducia del Pdl al governo Monti, in dono al Cavaliere arriva l’aiuto di un vecchio amico. Il processo pugliese, quello delle escort portate a Palazzo Grazioli e Villa Certosa, sarà almeno per quello che riguarda Gianpaolo Tarantini a porte chiuse. L’imprenditore/ufficiale procacciatore di donne all’ex presidente del Consiglio, secondo la Procura di Bari, giovedì – secondo alcuni quotidiani – presenterà l’istanza per essere giudicato con il rito abbreviato. Che permette lo sconto di un terzo della pena, ma soprattutto si celebra allo stato degli atti: quindi niente testi in aula, ma solo verbali e verbali. Nessuna fanciulla quindi si siederà al banco dei testimoni per raccontare quello che “non” succedeva alle feste organizzate dal leader del Pdl. Anche se in quegli stessi atti ci sono faldoni di intercettazioni: come quelle in cui lo stesso Tarantini, intercettato, racconta al fratello come Berlusconi avesse un unico pallino: “…Sesso, sesso, donne, sesso, donne…”.
L’imprenditore, che regalava notti di sesso per cercare di ottenere favori e appalti, quindi continuerà come ha sempre fatto. Del resto che Berlusconi non volesse che la storia delle squillo divenisse pubblica viene confermata, secondo gli inquirenti, anche dal fatto che il Cavaliere avesse chiesto a Valter Lavitola, ex direttore dell’Avanti, di avere il silenzio di Tarantini. Per i magistrati di Bari, su istigazione dell’allora capo del governo e in cambio di almeno 500. 000 euro, Lavitola – a sua volta indagato per estorsione – aveva convinto l’imprenditore a mentire. Tarantini del resto ha sempre sostenuto che mister B. fosse ignaro di ospitare prostitute nel lettone regalatogli da Putin. Lavitola avrebbe agito da “intermediario” invitando l’imprenditore a patteggiare la pena – ipotesi poi respinta dai pm – per non fare depositare le compromettenti conversazioni telefoniche anche con l’ex premier. Dall’indagine napoletana era emerso che Tarantini e sua moglie Nicla venissero “mantenuti” da Berlusconi che aveva anche messo a disposizione dell’imprenditore i propri legali di fiducia e 20 mila euro al mese. Un po’ come accade tuttora alle Olgettine che continuano a essere pagate, a processi milanesi in corso, 2500 euro al mese.
Giovedì inizierà l’udienza preliminare. Tra gli imputati ci sono anche Sabina Began, l’Ape Regina, che ha sempre negato le contestazioni sostenendo di essere stata fidanzata di Berlusconi e che la scorsa estate è stata protagonista di un giallo su una presunta gravidanza, Massimiliano Verdoscia, Salvatore Castellaneta e a Pierluigi Faraone, amici di Tarantini. La cui mossa escluderà la testimonianza, per esempio, di Patrizia D’Addario che audiregistrò la sua notte passata a Palazzo Grazioli, quando nell’autunno del 2008 per la prima volta il presidente Barack Obama veniva eletto presidente degli Stati Uniti. Fu la D’Addario a far scoprire con un intervista il sistema di arruolamento di ragazze, anche donne dello spettacolo, da portare dal Cavaliere. Era l’estate del 2009 e il 27 aprile di quello stesso anno una ragazza di Casoria (Napoli), Noemi Letizia, aveva avuto l’onore di ricevere la visita del presidente del Consiglio al suo compleanno. A un settimanale poi confessò che lo chiamava “Papi”.
“Non ho ancora deciso se chiedere riti alternativi – dichiara l’avvocato Nicola Quaranta, difensore di Tarantini – Smentisco le notizie di stampa apparse oggi su alcuni organi di stampa in ordine a eventuali decisioni già prese sulle scelte processuali dell’udienza del 13. Le scelte processuali saranno comunicate nelle sedi opportune, cioè in aula”.