Il Cavaliere è tornato ad essere l’uomo nero della democrazia italiana. E i sondaggi sono lì a dimostrarlo. Il 73% degli elettori del centrodestra, secondo l’Swg, vorrebbe averlo fuori dai piedi. Così come il mondo intero, partendo dall’Europa e dalla signora Merkel, pronti a mettere in campo la vecchia teoria del biasimo che esplose nel vertice di Cannes del 2011 e a cui seguirono tattiche di isolamento dell’Italia e di irrisione del governo. Con lo spread che non conosceva sosta nella corsa verso l’alto.
Ma lui non se ne cura. Da Berlusconi, dopo la “pausa” Monti, lo stesso “mondo intero” dei mercati e della politica, si sarebbe atteso che istruisse una successione ordinata e credibile della classe dirigente del suo partito, favorendo la legittimazione della nuova nomenclatura – anche per rinnovare il consenso – e contribuendo anche alla riscrittura della legge elettorale che portasse oltre Monti, ma in una logica costruttiva. Niente. Il Cavaliere tutto questo non lo sa fare. Volendo, potrebbe anche, ma non è nella sua logica, nel suo pensiero, nel suo agire. Per lui esiste solo una strategia di guerra. E anche adesso la sta costruendo a tavolino. Con un obiettivo preciso. Conquistare una fetta di scranni al Senato che lo rendano ancora indispensabile per formare una nuova maggioranza. Insomma, non vuole che si possa fare senza di lui nel nuovo governo e il perché è facilmente intuibile.
Ma come raggiungere un obiettivo che sembra oggi, almeno sulla carta, quasi impossibile visti i sondaggi? L’hanno chiamato “il gioco delle soglie”, ma è tutto fuorché un gioco. Si tratta di quel complicato meccanismo che consente ad un partito, attraverso l’attuale legge elettorale (il Porcellum) di vincere in alcune regioni “chiave” diventando, in questo modo, dirimente nella formazione della maggioranza a Palazzo Madama. E’ un “gioco” che il Cavaliere ha studiato a fondo nelle ultime settimane, in mano i sondaggi freschi di Alessandra Ghisleri. L’attenzione è puntata sul peso reale dei centristi di Casini nelle urne, con o senza Montezemolo. Statistiche tutt’altro che lusinghiere per il leader dell’Udc, che avrebbero convinto Berlusconi della bontà della sua nuova presenza in campo.
L’obiettivo, si diceva, è mirato: diventare fondamentale al Senato per la formazione della maggioranza. Un potere enorme nella prossima legislatura. Che il politologo Roberto D’Alimonte disegna come possibile. “Berlusconi sa che la partita della Camera è persa – spiega – perché lì per vincere occorre arrivare a “quota 35”, ovvero avere almeno il 35% dei voti che oggi avrebbero in tasca solo il Pd e Sel insieme. Al Senato, però, non c’è un unico premio nazionale, ma 17 premi regionali. Se Pd e Sel li vincono tutti la maggioranza assoluta è garantita”. Già, ma se Piemonte, Lombardia, Veneto e Sicilia finissero in mano al Cavaliere? “Se Berlusconi riuscirà a vincere in due o tre di queste regioni – dice D’Alimonte – l’esito potrebbe essere quello del 2006 e non quello del 2008. Nel 2006 Prodi ottenne una maggioranza di un seggio al Senato. Nel 2008 Berlusconi pescò il biglietto vincente della lotteria grazie a un notevole vantaggio di voti sulla coalizione di Veltroni”.
Insomma, la strategia tiene. E il calo dei centristi aiuta. I sondaggi testimoniano una forte flessione della galassia centrista filomontiana (di lì la voglia del Cavaliere di giocare la campagna elettorale in chiave anti governativa); la stanchezza generale per le politiche rigoriste si sarebbe riverberata sui partiti che hanno sempre sostenuto il professore. Secondo i sondaggisti berlusconiani, si starebbe quindi per aprire al centrodestra una prateria da cavalcare a spada tratta all’insegna della resurrezione del riformismo liberale delle origini, una battaglia al rigorismo recessivo di Monti e alla minaccia della sinistra che vuole la patrimoniale. “Non capite che stanno per implodere?” avrebbe tuonato Berlusconi con i suoi, a cui avrebbe mostrato le carte, spiegando come al momento si stia aprendo uno spazio politico inaspettato fino a qualche giorno fa, che potrebbe riportare il Pdl – o quello che diventerà – a rappresentare l’unica alternativa disponibile tanto al centrosinistra, quanto al centro.
“Il Monti bis non ha sfondato e questi continuano a restare legati alle politiche dell’Europa, non capiscono che la gente è stanca dei sacrifici fatti in nome della responsabilità – ecco sempre il ragionamento del Cav – presto si renderanno conto di non sostenere più nessuno, perché Monti si sfilerà per andare al Quirinale e sarà troppo tardi per trovare un accordo vantaggioso col Pd”. Un programma che – ne è convinto lo stato maggiore del partito – potrebbe portare la futura Casa delle libertà a percentuali oggi assolutamente insperate: il 26 e il 30% dei consensi. Questa la quota fissata per la riuscita dell’operazione.
Possibile? Per Nicola Piepoli, una campagna fatta su queste basi ci sta tutta. Anche perché, per il Pdl, è estremamente pagante. Sondaggi dell’ultim’ora del suo istituto danno il Pd al 34%, il Pdl a pari merito con l’M5S al 16% (il che, ovviamente, presuppone una potente risalita nelle prossime settimane,se la strategia dovesse funzionare) ma soprattutto l’Udc all’8% in discesa. Più severo l’Swg, che dà il Pd al 30% e il Pdl al minimo storico del 13,8% con il 73% dell’elettorato che – come si diceva all’inizio – non vorrebbe il ritorno del Cavaliere in campo, dato che non sembra affatto spaventare il diretto interessato. Ma oramai lui guarda al Senato come sua vera terra di conquista. Per contare – a questo punto – sempre di più. E, soprattutto, più di Monti. Che non gode più della fiducia entusiastica degli italiani. Il suo gradimento risulta in calo di 3 punti in una sola settimana, toccando il minimo storico del 33% da quando è in carica. Tutta musica per le orecchie del Cavaliere.
Adesso, dunque, si tratta di verniciare di fresco il Pdl, senza decretarne la fine. In questa veste, anche i vecchi big potrebbero restare a bordo, compresi gli ex An, quelli che ovviamente vorranno. Una tregua con la nomenclatura è necessaria e tutti sono utili per il progetto di rilancio del centrodestra e la conquista del voto centrista. E se non dovesse funzionare? L’ago della bilancia, allora, lo farà qualcun altro, Grillo per esempio. Ma a palazzo Grazioli questo non lo vogliono sentire neppure per scherzo.
Politica
Elezioni, Berlusconi alla conquista della prateria centrista. L’obiettivo è il Senato
Il Cavaliere si è fatto i conti, sondaggi alla mano: rubando una fetta di elettorato all’Udc in netto calo di consensi può diventare fondamentale a Palazzo Madama per la formazione della nuova maggioranza. Con una campagna all'attacco del rigore di Monti e dei diktat europei
Il Cavaliere è tornato ad essere l’uomo nero della democrazia italiana. E i sondaggi sono lì a dimostrarlo. Il 73% degli elettori del centrodestra, secondo l’Swg, vorrebbe averlo fuori dai piedi. Così come il mondo intero, partendo dall’Europa e dalla signora Merkel, pronti a mettere in campo la vecchia teoria del biasimo che esplose nel vertice di Cannes del 2011 e a cui seguirono tattiche di isolamento dell’Italia e di irrisione del governo. Con lo spread che non conosceva sosta nella corsa verso l’alto.
Ma lui non se ne cura. Da Berlusconi, dopo la “pausa” Monti, lo stesso “mondo intero” dei mercati e della politica, si sarebbe atteso che istruisse una successione ordinata e credibile della classe dirigente del suo partito, favorendo la legittimazione della nuova nomenclatura – anche per rinnovare il consenso – e contribuendo anche alla riscrittura della legge elettorale che portasse oltre Monti, ma in una logica costruttiva. Niente. Il Cavaliere tutto questo non lo sa fare. Volendo, potrebbe anche, ma non è nella sua logica, nel suo pensiero, nel suo agire. Per lui esiste solo una strategia di guerra. E anche adesso la sta costruendo a tavolino. Con un obiettivo preciso. Conquistare una fetta di scranni al Senato che lo rendano ancora indispensabile per formare una nuova maggioranza. Insomma, non vuole che si possa fare senza di lui nel nuovo governo e il perché è facilmente intuibile.
Ma come raggiungere un obiettivo che sembra oggi, almeno sulla carta, quasi impossibile visti i sondaggi? L’hanno chiamato “il gioco delle soglie”, ma è tutto fuorché un gioco. Si tratta di quel complicato meccanismo che consente ad un partito, attraverso l’attuale legge elettorale (il Porcellum) di vincere in alcune regioni “chiave” diventando, in questo modo, dirimente nella formazione della maggioranza a Palazzo Madama. E’ un “gioco” che il Cavaliere ha studiato a fondo nelle ultime settimane, in mano i sondaggi freschi di Alessandra Ghisleri. L’attenzione è puntata sul peso reale dei centristi di Casini nelle urne, con o senza Montezemolo. Statistiche tutt’altro che lusinghiere per il leader dell’Udc, che avrebbero convinto Berlusconi della bontà della sua nuova presenza in campo.
L’obiettivo, si diceva, è mirato: diventare fondamentale al Senato per la formazione della maggioranza. Un potere enorme nella prossima legislatura. Che il politologo Roberto D’Alimonte disegna come possibile. “Berlusconi sa che la partita della Camera è persa – spiega – perché lì per vincere occorre arrivare a “quota 35”, ovvero avere almeno il 35% dei voti che oggi avrebbero in tasca solo il Pd e Sel insieme. Al Senato, però, non c’è un unico premio nazionale, ma 17 premi regionali. Se Pd e Sel li vincono tutti la maggioranza assoluta è garantita”. Già, ma se Piemonte, Lombardia, Veneto e Sicilia finissero in mano al Cavaliere? “Se Berlusconi riuscirà a vincere in due o tre di queste regioni – dice D’Alimonte – l’esito potrebbe essere quello del 2006 e non quello del 2008. Nel 2006 Prodi ottenne una maggioranza di un seggio al Senato. Nel 2008 Berlusconi pescò il biglietto vincente della lotteria grazie a un notevole vantaggio di voti sulla coalizione di Veltroni”.
Insomma, la strategia tiene. E il calo dei centristi aiuta. I sondaggi testimoniano una forte flessione della galassia centrista filomontiana (di lì la voglia del Cavaliere di giocare la campagna elettorale in chiave anti governativa); la stanchezza generale per le politiche rigoriste si sarebbe riverberata sui partiti che hanno sempre sostenuto il professore. Secondo i sondaggisti berlusconiani, si starebbe quindi per aprire al centrodestra una prateria da cavalcare a spada tratta all’insegna della resurrezione del riformismo liberale delle origini, una battaglia al rigorismo recessivo di Monti e alla minaccia della sinistra che vuole la patrimoniale. “Non capite che stanno per implodere?” avrebbe tuonato Berlusconi con i suoi, a cui avrebbe mostrato le carte, spiegando come al momento si stia aprendo uno spazio politico inaspettato fino a qualche giorno fa, che potrebbe riportare il Pdl – o quello che diventerà – a rappresentare l’unica alternativa disponibile tanto al centrosinistra, quanto al centro.
“Il Monti bis non ha sfondato e questi continuano a restare legati alle politiche dell’Europa, non capiscono che la gente è stanca dei sacrifici fatti in nome della responsabilità – ecco sempre il ragionamento del Cav – presto si renderanno conto di non sostenere più nessuno, perché Monti si sfilerà per andare al Quirinale e sarà troppo tardi per trovare un accordo vantaggioso col Pd”. Un programma che – ne è convinto lo stato maggiore del partito – potrebbe portare la futura Casa delle libertà a percentuali oggi assolutamente insperate: il 26 e il 30% dei consensi. Questa la quota fissata per la riuscita dell’operazione.
Possibile? Per Nicola Piepoli, una campagna fatta su queste basi ci sta tutta. Anche perché, per il Pdl, è estremamente pagante. Sondaggi dell’ultim’ora del suo istituto danno il Pd al 34%, il Pdl a pari merito con l’M5S al 16% (il che, ovviamente, presuppone una potente risalita nelle prossime settimane,se la strategia dovesse funzionare) ma soprattutto l’Udc all’8% in discesa. Più severo l’Swg, che dà il Pd al 30% e il Pdl al minimo storico del 13,8% con il 73% dell’elettorato che – come si diceva all’inizio – non vorrebbe il ritorno del Cavaliere in campo, dato che non sembra affatto spaventare il diretto interessato. Ma oramai lui guarda al Senato come sua vera terra di conquista. Per contare – a questo punto – sempre di più. E, soprattutto, più di Monti. Che non gode più della fiducia entusiastica degli italiani. Il suo gradimento risulta in calo di 3 punti in una sola settimana, toccando il minimo storico del 33% da quando è in carica. Tutta musica per le orecchie del Cavaliere.
Adesso, dunque, si tratta di verniciare di fresco il Pdl, senza decretarne la fine. In questa veste, anche i vecchi big potrebbero restare a bordo, compresi gli ex An, quelli che ovviamente vorranno. Una tregua con la nomenclatura è necessaria e tutti sono utili per il progetto di rilancio del centrodestra e la conquista del voto centrista. E se non dovesse funzionare? L’ago della bilancia, allora, lo farà qualcun altro, Grillo per esempio. Ma a palazzo Grazioli questo non lo vogliono sentire neppure per scherzo.
B.COME BASTA!
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Addio al ceto medio sulla nave dei folli
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Crisi di governo, Monti: “Preoccupato? No, la situazione mi sembra gestibile”
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Israele rompe la tregua e attacca Gaza: ‘Oltre 400 morti’. Paesi Ue: ‘Scioccante’. I parenti degli ostaggi: ‘Fermi l’uccisione dei nostri cari’
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Telefonata Trump-Putin tra le 14 e le 16. Von der Leyen: “Per evitarla, l’Ue si prepari alla guerra”
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Torniamo ad esprimere la nostra preoccupazione per quello che sta accadendo in Siria, in particolare dopo gli ultimi brutali attacchi che hanno visto milizie legate al nuovo governo di transizione uccidere centinaia di civili, appartenenti in gran parte alla minoranza alawita, ma colpendo anche la minoranza cristiana. Insieme ai partner europei, siamo impegnati a richiamare il nuovo Governo a garantire una transizione democratica, fondata sul rispetto e sulla piena inclusione di tutte le minoranze etniche e religiose, a partire da quelle alawita, cristiana e curda". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato sul prossimo Consiglio europeo.
"La lotta al terrorismo è un altro aspetto determinante. Non ci devono essere spazi per un nuovo insorgere dell’Isis o ambiguità verso gruppi che intendano fare della Siria una base per organizzazioni terroristiche. Solo il rispetto di queste condizioni -ha concluso la premier- potrà consentire l’implementazione del ritiro delle sanzioni e delle misure restrittive iniziato settimane fa".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Stiamo seguendo con grande attenzione il ricorso pregiudiziale innanzi la Corte di Giustizia, relativo proprio ai trattenimenti in Albania, ma non solo, e devo dire di essere rimasta favorevolmente colpita dal fatto che la maggioranza degli Stati membri Ue, così come la stessa Commissione europea, siano intervenuti, tra la fase scritta e la fase orale della causa, per sostenere la posizione dell’Italia sul concetto di Paese sicuro di origine. L’auspicio, ovviamente, è che la Corte scongiuri il rischio di compromettere le politiche di rimpatrio, non solo dell’Italia ma di tutti gli Stati Membri e dell’Unione europea stessa, perché significherebbe minare alla base il sistema di Schengen e la stabilità stessa dell’Europa". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Ma in ogni caso -ha aggiunto la premier- stiamo proponendo alla Commissione di anticipare il più possibile l’entrata in vigore di quanto previsto dal nuovo Patto migrazione e asilo sulla definizione di Paese di origine sicuro, anche per fare definitiva chiarezza su un tema molto controverso e oggetto, come sapete, di provvedimenti giudiziari dal sapore spesso ideologico".
Roma, 18 (Adnkronos) - "In questi giorni abbiamo accolto con favore la proposta della Commissione europea sulla riforma del quadro legislativo europeo sui rimpatri, attraverso il passaggio da una Direttiva a un Regolamento direttamente applicabile nei 27 Stati membri. Lo riteniamo uno sviluppo estremamente significativo, anche per armonizzare la prassi dei diversi Stati membri e rendere ancor più efficace l’azione di rimpatrio di chi non ha titolo ad essere accolto sul territorio europeo. È fondamentale che l’Unione europea diventi efficace in questo: se entri illegalmente in Europa non puoi rimanere sul nostro territorio, devi essere rimpatriato". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
Ravenna, 18 mar. (Adnkronos) - Manca solo un mese all’avvio della nuova stagione di Mirabilandia! L’appuntamento è fissato per giovedì 17 aprile alle ore 10.30. Il Parco divertimenti più grande d’Italia si prepara a un 2025 imperdibile con delle incredibili novità. Grande attesa per Nickelodeon Land, la nuova area di ben 25.000 mq dedicata alle famiglie con bambini e giovani adulti, dove divertirsi in compagnia di SpongeBob, Patrick, le Tartarughe Ninja, Dora e la Paw Patrol. All’interno dell’area troveranno posto 10 attrazioni, 3 punti ristoro a tema, 2 aree meet&greet e uno shop tematizzato. I fan di Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo saliranno a bordo del nuovo coaster per famiglie Cowabunga Carts per un’avventura adrenalinica in compagnia delle Tartarughe Ninja. Gli appassionati di viaggi troveranno una foresta pluviale da scoprire insieme all’amata esploratrice Dora e il suo Dora’s Train Adventure, con una colonna sonora che farà cantare, battere le mani e sorridere tutti insieme. Un’esperienza indimenticabile sarà anche il Boots’ Balloons per salire in alto, molto in alto, in una mongolfiera.
Gli amici di SpongeBob e Patrick troveranno i loro personaggi preferiti a Splish Splat per un’esperienza rinfrescante, nelle stanze della casa di SpongeBob and Friends oppure a Jellyfish Jam per volare in alto e inseguire le meduse giganti. Per perdere la testa ad alta velocità, immancabile una corsa sul Bikini Bottom Express. I cuccioli Paw Patrol saranno i padroni di casa della famosa torre di controllo a Paw Patrol Adventure Bay con la versione in miniatura dei loro veicoli. Cinture allacciate e grande azione per il coaster Paw Patrol To The Rescue e Rubble’s Rapids per un’avventura acquatica. Uniche le atmosfere di Adventure Bay Carousel per un giro insieme agli amici a 4 zampe di Nickelodeon. Ma le novità non finiscono qui! La nuova stagione avrà anche un palinsesto degli show completamente rinnovato. Sul palco del Pepsi Theatre andrà in scena un’attualissima versione di Pinocchio: un musical con musica dal vivo che vede protagonista il burattino di legno trasformato in un robot umanoide da alcuni scienziati visionari. In Piazza della Fama si alterneranno i sogni di Usnavi, un giovane carismatico pieno di talento, in New York Dreams, e le favole ricche di personaggi di fantasia dello spettacolo C'era Una Volta. Ritmo, energia e avventure preistoriche si sentiranno a Dino DJ nell’area Dinoland del Parco. Nella Far West Valley sarà John e il suo solitario viaggio nelle aride frontiere al centro dello show Wild West Cowboy.
All’apertura dei cancelli, nella Baia dei Pirati, ad accogliere i visitatori ci saranno gli attori-ballerini di Action! – Welcome Show per un benvenuto davvero movimentato. La stunt arena ospiterà l’imperdibile Hot Wheels City-La nuova sfida, il più acclamato stunt show d'Europa, con il loop mobile più alto (15 metri di altezza) mai eseguito prima in un parco divertimenti. Un appuntamento che dopo oltre 20 anni continua ad attrarre il pubblico di tutte le età. Per le vie del Parco si incontrerà la Nickelodeon Parade con tutti i personaggi più amati dai bambini. Esibizioni, canti e balli andranno in scena al Teatro Nickelodeon con Let’s Party per delle vere e proprie feste in cui divertirsi tutti insieme. Tanti i momenti Meet&Greet per foto ricordo da portare a casa. Per i visitatori in cerca di adrenalina da Guinness dei primati, sempre a disposizione le amatissime attrazioni come iSpeed, Katun e Divertical. “Ormai ci siamo, la stagione 2025 sta per partire e noi siamo particolarmente entusiasti di presentare Nickelodeon Land, una novità assoluta per l’Italia, commenta Sabrina Mangia, Managing Director di Mirabilandia. L’accordo con Paramount non è solo un nuovo fiore all’occhiello per il nostro Parco, ma anche un grande valore aggiunto per il territorio e per l’industria del turismo italiana”. La stagione 2025 di Mirabilandia prenderà il via giovedì 17 aprile e si concluderà domenica 2 novembre.
Roma, 18 mar. (Adnkronos Salute) - "Gli eventi cardiovascolari rimangono la prima causa di morte in Italia, in Europa e nel mondo, ed è questo che ci spinge a non fermarci. Il nostro obiettivo e la nostra ambizione è quella che nessun cuore smetta di battere troppo presto. E per raggiungere questo obiettivo continuiamo nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni terapeutiche innovative per i pazienti". Lo ha detto questa mattina a Milano Chiara Gnocchi, country Comms & Advocacy head di Novartis Italia, in occasione dell'incontro 'Non solo colesterolo Ldl: alla scoperta della Lipoproteina (a)', organizzato dalla farmaceutica.
"Novartis è presente nell'area cardiovascolare da oltre 40 anni - sottolinea Gnocchi - Si tratta infatti di un impegno continuo che ci ha visto portare soluzioni terapeutiche innovative nell'ambito dello scompenso cardiaco e dell'ipercolesterolemia. Il nostro primo impegno è nel conoscere meglio la scienza. Questo ci ha permesso di comprendere alcuni fattori prognostici e predittivi sui quali lavorare, con soluzioni terapeutiche che stiamo ricercando e sviluppando, per abbattere il rischio di eventi cardiovascolari".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "L’Italia accoglie con favore il Piano di ricostruzione presentato al vertice del Cairo lo scorso 4 marzo dai Paesi arabi. Per poter muovere verso una sua applicazione, nella prospettiva più ampia di una pace stabile e duratura e della soluzione politica a due Stati, è però necessario che Hamas rilasci gli ostaggi e deponga le armi". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato in Aula la consegna alla Camera del testo delle comunicazioni rese al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo. Il dibattito avrà inizio domani alle 9,30 e proseguirà con la replica della premier, per concludersi con il voto sulle risoluzioni.