Al tempo di Dante, Firenze era governata dal partito guelfo, favorevole al Papa. Dentro questo partito c’erano i Bianchi e i Neri. Questi ultimi erano ciecamente fedeli al Papa, e pur di seguirlo sarebbero stati disposti a danneggiare Firenze. Quindi i Neri erano politici spregiudicati che pur di far carriera e pur di arrivare al potere, si sarebbero svenduti Firenze, l’avrebbero esposta ad ogni pericolo, sarebbero stati complici persino di una invasione armata. I Neri erano in buona sostanza politici cinici e spregiudicati che tradivano la propria città, pur di conquistare la poltrona. E così fu.
Un esercito straniero (guidato da Carlo di Valois) puntò a conquistare Firenze. Che fa Dante? Vuole difendere la propria città. Per lui fare politica significa stare dalla parte della propri cittadini, tutelare il bene comune, non tradire gli interessi di Firenze. Dante è dei Bianchi.
Va a Roma dal Papa per chiedere aiuto, perché difenda Firenze. Ma il Papa Bonifacio VIII non gli dà aiuto e lascia che Firenze sia invasa dall’esercito straniero. Il Papa aveva un accordo segreto con gli invasori.
L’obiettivo era infatti quello di far vincere i politici della componente più docile e servile a Roma, quella dei Neri, che in realtà voleva soggiogare Firenze per asservirla agli interessi del Papa. Firenze viene così conquistata dall’esercito straniero e i Neri prendono il potere, con l’aiuto di questo esercito di occupazione, che si era accordato con il Papa. I Bianchi – che difendevano Firenze – vengono mandati in esilio. Da Roma il Papa riesce così a comandare su Firenze attraverso la complicità dei politici diretti da Roma: i Neri.
Tra obbedire al bene della propria città e obbedire al disegno di dominio del Papa, Dante sceglie il bene della propria città. I Neri invece riescono a governare su Firenze stringendo quel cinico accordo di ferro con chi la voleva dominare. Il bene comune perde e fa carriera chi lavora contro la propria città. Questa e’ la storia che ho raccontato oggi ai miei studenti. La storia di Dante, una storia ancora attuale.