Cosa vuol dire “Berlusconi ci hai rotto il cazzo”? Più che un fastidio epidermico, per un’artista di sinistra come Luciana Littizzetto, è un presagio di un fastidio ben più grosso. Il Cavaliere torna in sella, la scuderia allena i puledri, e la televisione sarà un fortino presidiato ovunque: perché seppur il tempo sia passato, dagli ultimi giorni (o notti) tra palazzo Chigi e Grazioli, il potere mediatico resta intatto.
E quelli di sinistra, così definiti perché semplicemente non di destra, dovranno patire un po’ di ostruzionismo e vivere con tanto nervosismo: ricordate le menate sul programma di Fazio e Saviano, la Dandini, la Gabanelli? Certe le pressioni per il Festival di Sanremo che cadrà in piena campagna elettorale, e vedrà protagonista proprio il gruppo di “Che tempo che fa”.
In viale Mazzini, B. ha imposto la nomina di Mario Orfeo al Tg1 e di Angelo Teodoli a Rai2, controlla la direzione generale attraverso due vice Antonio Marano e Gianfranco Comanducci, la concessionaria pubblicitaria Sipra con l’ex dg Lorenza Lei e il piano industriale con Carlo Nardello: esatto, proprio Nardello, il braccio armato che con la struttura Delta alterava i palinsesti in campagna elettorale in favore del centrodestra.
La televisione è il contraccettivo preferito del Cavaliere per oscurare la realtà e mostrarsi sempre con il sorriso fintamente giovane. La televisione è il cerone che sovrappone le due maschere e può alimentare la rincorsa elettorale: il mezzo è un palco, il messaggio è un comizio. Presto vedrete carovane di Santanché, Ravetto, Gasparri e Cicchitto invadere le trasmissioni, diventare arredamento di salotti e rumore di sottofondo. A quel punto, e forse la Littizzetto vuole metterci in guardia, un commentino così leggero non lo sentirete più. Qualcosa che suona come “Berlusconi ci hai rotto il cazzo”.
Ps. Dunque, per questo motivo lo scrivo due volte.