L'organizzazione ambientalista presenterà il rapporto denominato "Pendolaria", che sarà presentato il 18 dicembre, giornata di mobilitazione nazionale. Prima nella classifica del disservizio la Circumvesuviana, seguita dalla Roma-Viterbo e della Pinerolo-Torre Pellice
Tagli, riduzione delle corse e disservizi, ritardi orari e lentezza, senza contare il sovraffollamento e l’aumento dei biglietti. Questi i problemi che affliggono il trasporto ferroviario, in particolare quello dedicato ai pendolari, e che hanno portato Legambiente a lanciare una giornata di mobilitazione per il 18 dicembre contro “i soliti vecchi treni”, nell’ambito della sesta campagna denominata ‘Pendolaria’, in cui viene proposta una mappa delle tratte peggiori d’Italia. Mappa che vede in testa la Circumvesuviana a Napoli, seguita da Roma-Viterbo, Pinerolo-Torre Pellice, Padova-Venezia Mestre, Genova Voltri-Genova Nervi, Palermo-Messina, Viareggio-Firenze, Stradella-Milano, Bologna-Ravenna, Potenza-Salerno.
Per Legambiente “i pendolari sono stati abbandonati da governo e regioni”. Quest’anno “a fronte di tagli del servizio e aumenti del prezzo dei biglietti in diverse regioni, i disagi del trasporto pubblico su ferro sono aumentati”. Tanto che il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, parla di “una vera e propria emergenza nazionale”, per “i treni dedicati ai pendolari, di cui nessuno sembra intenzionato a occuparsi. Autentici drammi giornalieri si vivono sulle linee del Lazio, della Campania, del Veneto”. Tra i dati del rapporto – che sarà presentato il 18 dicembre nell’ambito della campagna di Legambiente dedicata alla mobilità sostenibile e ai diritti di chi ogni giorno si sposta in treno – emerge che “nel triennio 2010-2012 la media delle risorse stanziate è diminuita del 22% rispetto al 2007-2009. Nenche il governo Monti fornisce certezze per il futuro del trasporto pendolare in Italia. E per il prossimo anno i fondi per il trasporto pendolare sono destinati ancora a ridursi”.
Quest’anno i tagli ai servizi in Campania hanno toccato “il 90% sulla Napoli-Avellino e il 40% sulla Circumvesuviana. Sono stati del 15% in Puglia e del 10% in Abruzzo, Calabria, Campania e Liguria. Sono state chiuse 12 linee in tutto il Piemonte, in Abruzzo e in Molise definitivamente soppressi i treni della linea Pescara-Napoli. Con il nuovo cambio d’orario vengono soppressi tutti i treni tra Sibari e Taranto, sostituiti con autobus”. Intanto il prezzo del biglietto in Toscana è “cresciuto del 20%, nel Lazio 15% e in Liguria del 10% per il biglietto semplice e del 5% per gli abbonamenti mentre è previsto un’ulteriore maggiorazione del 3% per il 2013”. Aumenti che si vanno a sommare a quelli del 2011, come in Lombardia dove le tariffe erano già state incrementate del 23,4% l’anno passato.