Inizio oggi una rubrica all’interno di questo spazio online che Il Fatto mi concede: “RegimeTv”.
Dati, analisi e riflessioni su quello che ancora oggi è il medium attraverso cui la maggioranza degli italiani decide le proprie scelte di voto, sebbene negli ultimi anni sia cresciuto il ruolo della Rete e dei social network.

Il 98,8% degli italiani guarda la televisione, l’84% ascolta la radio, il 62% usa Internet, il 45,5% legge i quotidiani. Questa la fotografia del Paese, naturalmente con differenze notevoli tra  fasce di età (consumo maggiore di internet e minore di quotidiani per i giovani), di scolarizzazione e di residenza.
Il 70% degli italiani forma le sue scelte politiche principalmente in base a quello che guarda in televisione, con una ripartizione che vede i telegiornali prevalere tra i meno scolarizzati, i pensionati e gli abitanti della provincia mentre i talk show influiscono sui più istruiti e sui residenti nelle città sopra ai 100 mila abitanti.
Il tutto con i conflitti di interessi e le lottizzazioni che son sempre lì.

Ma vediamo ora cosa è successo in occasione delle Primarie organizzate da Pd-Sel-Psi.
Secondo i dati forniti dal Centro d’ascolto dell’informazione radiotelevisiva diretto da Gianni Betto, tra il 1 gennaio e il 30 giugno 2012 il Partito democratico ha totalizzato il 16,5% degli ascolti che i telegiornali di Rai, Mediaset e La7 hanno riservato alla politica e il 21,4% degli ascolti dei talk show delle medesime emittenti. Tra il 1 settembre e il 30 novembre 2012, invece, lo spazio del Partito Democratico è stato del 21,3% sui tg e del 26,2% nei talk show: un aumento del 5% in entrambi i casi, con una concentrazione particolare nel mese di novembre e su RaiTre e La7.
Facciamo ora un passo indietro e uno di lato.
A giugno 2012, i sondaggi davano il Pd al 25,5% (Ipsos) o al 26,5% (Ipr marketing).

Secondo voi è possibile indovinare il dato del consenso elettorale del Pd dopo le Primarie in base all’esposizione mediatica? Proviamoci con una proporzione matematica, del tipo a : b = y : x.
Le percentuali tv gennaio/giugno sono “a”; i sondaggi di giugno sono “b”; le percentuali tv di settembre/novembre sono “y”;  il consenso elettorale dopo le primarie è “x”.
Se prendiamo come riferimento gli ascolti del Pd nei telegiornali e i sondaggi di Ipr marketing la proporzione viene così [16,5 : 25,5 = 21,3 : x]. Dunque, x (ovvero il consenso elettorale del Pd dopo l’esposizione mediatica delle primarie) dovrebbe essere pari al 34,2%. Se applichiamo la stessa regola ai dati relativi ai talk show,  x risulta uguale al 32,4%. Facendo la media tra i due dati, x è uguale al 33,3%.
Ebbene, sapete qual è il dato di consenso del Pd secondo il sondaggio Ipr Marketing del 27 novembre scorso? Esattamente il 33%, ovvero quanto avevamo previsto con la nostra proporzione.
Morale 1: tra presenze televisive e consenso elettorale c’è un rapporto direttamente proporzionale.
Morale 2: se il prodotto che vendi è avariato, puoi stare in tv quanto vuoi ma non serve a molto (lo confermano i sondaggi del Pdl che rimangono bassi nonostante la sovra rappresentazione televisiva). Le primarie, invece, sono state un’iniziativa che si è dimostrata un buon prodotto per rispondere alla domanda di politica.
Morale 3: se non proseguirà la sovraesposizione, il Pd inizierà a calare nei sondaggi
Morale 4: il caso del M5S, come i successi nei primi anni ’90 della Lega, meritano una spiegazione a parte.

Recentemente Ilvio Diamanti ha giustamente osservato come le primarie abbiano scosso l’intero sistema politico italiano, con effetti sul centrodestra e sul governo Monti.
Se rimaniamo nel campo televisivo, conseguenza diretta dell’aver “pompato” le primarie è aver regalato un “bonus” a Berlusconi. In una informazione che non rispetta le leggi, infatti, l’unica regola è il baratto: un po’ troppo a ciascuno conviene a tutti e due.

In questo caso il Berlusca dirà: per mesi avete occupato telegiornali e talk show con la storia delle primarie, vi hanno perfino creato uno speciale in prima serata con un format ad hoc che non è permesso a nessun altro, beh ora tocca a me. Consapevole di questo tesoretto è tornato in pista (e chissà se ci rimarrà). Speriamo prevalga la logica del prodotto avariato.

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