Tutto pronto (o quasi) per il debutto del Fatto in televisione. Scalette, ospiti e pezzi filmati. Un lavoro titanico (si fa per dire) che negli ultimi giorni si trasforma in una lotta contro il tempo per sistemare gli ultimi dettagli, sia dal punto di vista tecnico che contenutistico. Dalle grafiche dello studio virtuale alla codifica dei filmati che manderemo in onda.
“Non funziona niente “, dice sconsolato il curatore dell’edizione Paolo Dimalio dopo l’ennesimo export di un pezzo dove misteriosamente immagini e parole non sono a tempo. Nel frattempo Samuele Orini, soprannominato il mago di Tricaster (il sistema di regia virtuale del fattoquotidiano.it) salta sulla sedia: “Gli ospiti hanno la faccia rossa”. Panico. “Sono le luci”, dice Lorenzo Galeazzi, uno degli autori. “Abbiamo sbagliato il bilanciamento del bianco”, ribatte Pierpaolo Balani che cura grafiche e regia. No. Ci sono tre telecamere che non tengono le impostazioni, ma è troppo tardi per cambiarle. Andiamo così. “Tanto Beatrice Borromeo è a casa con 38 di febbre”, dice Samuele facendo capire che uno dei tre studi potrebbe saltare, ma subito dopo gli arriva un sms. E’ di Bea: “Ci sarò”. “Stoica”, scherzano tutti.
Intanto si catapulta in sala tv l’altra autrice Patrizia De Rubertis con la scaletta in mano, riscritta per la centesima volta. “Non ci capisco più niente”, urla. Il conduttore David Perluigi la ferma e la invita a guardare i monitor della regia. “Ma sono ubriachi? Hanno tutti il naso rosso”. Risate e la tensione si stempera. Ma sono le 11 di sera e bisogna fare in fretta. Finalmente da Milano arriva il direttore Peter Gomez: “Tutto a posto ragazzi?” Altra risata. “Ho capito. Sarà una lunga notte – dice togliendosi la giacca – Ma domani sera ci ubriachiamo”. E tutti gli altri all’unisono pensano la stessa cosa: “Se ci arriviamo vivi”.
Ognuno si rimette ai posti di combattimento. Lorenzo con Paolo e Niccolò Palomba a curare l’edizione degli ultimi Rvm, Samuele e Pierpaolo a sistemare le grafiche dello studio virtuale, Patrizia e David con la scaletta in mano. Peter salta da un capannello all’altro. Tutti fumano come dei turchi, i sei computer che stanno facendo l’encoding dei filmati sono bollenti e a un certo punto l’aria in regia si fa irrespirabile. “Manca qualcosa – dice Lorenzo – Cosa ci siamo dimenticati?”. “Le perle di audacia giornalistica giornalistica di Gisella Ruccia”, risponde Peter. Altro momento di panico. Ma ecco Gisella arrivare in regia con una pen drive in mano: “Vi vedo tesi ragazzi, cos’è, il bello della diretta? E che puzza, aprite un po’ le finestre”.
Finito l’encoding, i file possono finalmente essere caricati nel Tricaster e così si può procedere alle prove generali. Sono le due di notte e finalmente tutto sembra funzionare. Arriva il rompete le righe. “Ci vediamo fra qualche ora”, saluta Pierpaolo. “Ma i muratori al piano di sopra qualcuno li ha avvertiti? Ci manca solo che si mettano a trapanare mentre siamo in onda”, chiede Peter mettendosi la giacca. No. Nessuno. “Al massimo mi cadrà qualche calcinaccio in testa mentre conduco”, scherza David uscendo dalla redazione. Incrociamo le dita.