Vizi di forma e di motivazione. E così il nucleo centrale dei procedimenti a carico di Danilo Coppola, quello del fallimento della Micop, rincomincia da capo. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, prima sezione civile, che ha accolto il ricorso della Micop Immobiliare presentato da Natalino Irti e Dante Grossi per la nullità della sentenza di fallimento della stessa, rinviando il procedimento a nuovo giudizio di primo grado.
Il fallimento, sottolinea il gruppo Coppola in una nota, era stato dichiarato su istanza della procura di Roma, nell’ambito delle vicende che, nel 2007, avevano portato alla detenzione preventiva dell’immobiliarista che era stato tra i protagonisti dell’estate dei “furbetti del quartierino” poi coinvolti nei processi Antonveneta (dal quale Coppola è uscito quasi subito con un patteggiamento) e Bnl (l’assoluzione in Appello dopo la condanna a tre e anni e 7 mesi in primo grado è stata annullata la settimana scorsa dalla Cassazione con rinvio a nuovo processo, ma sul procedimento income la prescrizione).
Per la vicenda Micop, in sede penale, nel 2009 Coppola era stato condannato per bancarotta distrattiva e documentale a sei anni di reclusione in primo grado e al sequestro di beni per centinaia di milioni di euro. Secondo il gruppo Coppola la Corte Suprema annullando sia la sentenza della Corte d’Appello, sia la sentenza del Tribunale di Roma dichiarativa del fallimento, porta “indietro le lancette all’anno 2006 e azzerando così tutti i fatti accaduti successivamente”.
I legali dell’immobiliarista, che sta ancora trattando con l’Agenzia delle Entrate il rimborso dell’ultima tranche da circa 40 milioni di euro sui quasi 200 concordati col fisco nel 2010 per saldare il contenzioso aperto, sottolineano l’importanza di una sentenza che, a loro parere, “ristabilisce dopo sei anni quella verità che l’imprenditore Danilo Coppola aveva più volte svelato e ribadito in interviste sia di stampa che televisive”.
Cambia qualcosa per i procedimenti aperti? Non se n’è aperto uno a novembre per motivi simili alle vicende Micop e cioè in in relazione al fallimento di alcune società del Gruppo tra il 2007 e il 2009? Danilo Coppola, raggiunto al telefono da ilfattoquotidiano.it, attacca: “Se la legge esiste anche questi fallimenti verranno ritirati, prima del rinvio a giudizio avevo pagato i debiti tributari. Non voglio avere la medaglia però… nonostante questo mi hanno rinviato a giudizio. E allora la Procura, sentendosi molto debole, prende il fascicolo Micop e lo porta dentro questo procedimento facendosi bella della condanna a 6 anni. Adesso poi sa, Dio c’è, questa cosa della Micop non so come si metterà per loro perché Micop è stata annullata per magheggi procedurali e quindi Micop non c’è più”.